Il governo Meloni promette dura vita ai furbetti del reddito di cittadinanza; d’altronde nei mesi scorsi la leader di Fratelli d’Italia ha dedicato molta attenzione alle notizie riguardanti le truffe sul reddito di cittadinanza, le cui frodi sono costate allo Stato - secondo i dati ufficiali - 288 milioni di euro.
Le intenzioni del governo di centrodestra sono chiare: togliere il reddito di cittadinanza a coloro che possono lavorare, e per farlo si potrà procedere in due modi:
- modificando la legge, mantenendo il diritto al reddito di cittadinanza solamente ai soggetti fragili, a quelle persone che non sono nella condizione di poter lavorare. Tuttavia, trattandosi di un diritto acquisito, coloro che già percepiscono il beneficio continueranno a goderne fino a scadenza naturale.
- Applicando quanto già previsto dalla normativa, potenziando il sistema di tracciamento delle offerte di lavoro congrue.
Tuttavia, c’è una terza via:
incrementare i controlli così da togliere il sussidio a tutti coloro che non sono in regola con la normativa, ad esempio a chi nel contempo svolge un’attività di lavoro nero. Nonostante l’importante lavoro svolto dalla Guardia di Finanza, infatti, sono ancora molti i beneficiari del reddito di cittadinanza che per non perdere il beneficio di Stato accettano di lavorare in nero così da arrotondare.
La legge punisce severamente chi lo fa, come pure chi omette di dichiarare l’avvio di un’attività di lavoro autonomo
entro un giorno prima dell’inizio.
E chi viene scoperto non solo perde il reddito di cittadinanza. Dovrà anche
restituire gli importi precedentemente percepiti, come pure vale per coloro che nel tempo hanno percepito della misura omettendo di comunicare redditi.
Reddito di cittadinanza tolto: ecco chi deve restituire quanto percepito
Una volta che il governo Meloni toglierà, almeno stando alle promesse elettorali, il reddito di cittadinanza,
non vi verrà chiesto di restituire quanto percepito in precedenza.
Anzi anche a seguito della riforma il reddito di cittadinanza continuerà a essere garantito fino alla scadenza delle 18 mensilità, senza però possibilità di successivi rinnovi (qualora dovesse arrivare lo stop da parte del nuovo governo appunto).
Nel dettaglio, sono chiamati a restituire il sussidio indebitamente percepito coloro che, ad esempio, hanno omesso di comunicare all’Inps delle informazioni reddituali che avrebbero compromesso l’erogazione del beneficio.
Tant’è che in questi mesi diversi beneficiari a cui è stato tolto il reddito di cittadinanza hanno ricevuto una brutta sorpresa. Una lettera dell’Inps che chiedeva la restituzione degli importi precedentemente erogati. Cifre più o meno elevate a seconda della situazione, con la possibilità di restituirle in 24 rate.
Alcuni esempi
Come detto sopra, il governo Meloni potrebbe mettere a punto una vera e propria
task force per scovare i furbetti.
Ad avere vita dura sarebbero specialmente coloro che
lavorano in nero e nel frattempo percepiscono il sussidio. Ma anche chi ha
difformità nella domanda.
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