Filippo Turetta, ai genitori in carcere: «Ho perso la testa, ma non volevo: so che non potrete mai perdonarmi»
Due settimane fa, Nicola, il papà di Filippo Turetta, sotto shock e disperato, aveva dichiarato: 'È mio figlio, comunque lo rivedrò.' Questo, dopo l'arresto di Filippo in Germania, mentre ventiquattro ore prima il corpo senza vita di Giulia Cecchettin era stato ritrovato in una scarpata in Friuli.
Nonostante il loro figlio si sia rivelato capace di commettere un femminicidio atroce, i genitori hanno deciso di non abbandonarlo, nonostante fino a un mese fa lo considerassero 'un figlio perfetto.'
Oggi, Nicola Turetta ed Elisabetta Martini hanno visitato il figlio nel carcere di Verona, dove è detenuto da otto giorni. La visita autorizzata dal gip di Venezia Benedetta Vitolo mercoledì scorso, ma era stata rimandata poiché né il giovane né i genitori erano psicologicamente pronti. L'incontro, durato circa un'ora, è stato segnato da lacrime, abbracci e parole di pentimento da parte del giovane detenuto.
Le indagini proseguono
Con gli inquirenti che ritengono esaustivo l'interrogatorio di nove ore reso da Turetta due giorni fa. Non sono stati programmati altri interrogatori al momento, ma potrebbero esserci sviluppi nelle indagini del pm di Venezia Andrea Petroni e dei carabinieri.
Filippo Turetta ha sostenuto di aver 'perso la testa'
Quella sera dell'11 novembre di fronte a Giulia, che gli aveva ribadito la fine della loro relazione. Ha dichiarato di essere 'ossessionato' da lei e che 'non voleva ucciderla,' ma qualcosa in lui è scattato. La difesa cerca di escludere la premeditazione e sollevare il tema di un possibile vizio di mente.
Un punto chiave dell'indagine riguarda il luogo e il momento in cui Turetta ha inflitto la coltellata mortale. Le analisi del Ris di Parma sulla Fiat Grande Punto nera, ancora in Germania, saranno decisive. Al momento, non si può stabilire se il telefono trovato nell'auto sia di Turetta o di Giulia, poiché non è ancora a disposizione degli investigatori, insieme alla macchina e agli altri oggetti sequestrati.