Dove vanno a finire le nostre tasse? Ora ogni contribuente potrà saperlo nel dettaglio. Ecco come.
ROMA - "Io pago le tasse", con un marcato tono di protesta. Oppure: "Ma dove vanno a finire i soldi che ogni anno verso allo Stato?". E' vero che la pressione fiscale è alta e che il contribuente soffre, è vero pure che molte sono ancora le complicazioni fiscali e burocratiche, ma c'è un altro elemento di forte disagio: spesso sembra di versare le tasse in un pozzo senza fondo una montagna di denaro senza sapere che fine faccia e come vanga speso. Non c'è un rendiconto personale delle spese che finanziamo ogni anno con la dichiarazione dei redditi. Certo qualcuno di noi un'idea se la fa, ma con precisione dove vanno le risorse raccolte dall'erario nessuno lo sa.
A tentare di ristabilire un circuito di trasparenza tra il cittadino e lo Stato, stavolta ci prova l'Agenzia delle entrate con una iniziativa, rilanciata dal direttore generale Ernesto Maria Ruffini, che sarà visibile da ogni contribuente Irpef al momento della presentazione della prossima denuncia dei redditi precompilata. Accedendo all'applicazione della dichiarazione, oppure aprendo il proprio cassetto fiscale, comparirà una tabella che ti dirà come è stata spesa dallo Stato la tua imposta netta annuale.
Intanto, l'Agenzia delle entrate (il braccio che prende) e la Ragioneria generale dello Stato (il braccio che controlla la spesa) ci fanno conoscere i macrodati, cioè dove viene complessivamente speso l'incasso nazionale dell'Irpef in base ai volumi e ai rendiconti del 2018. Ebbene il 21 per cento delle tasse pagate dai contribuenti Irpef va a finanziare le pensioni; al secondo posto con il 20 per cento c'è la sanità; al terzo l'istruzione cui va l'11 per cento delle tasse pagate. A seguire, l'8,9 per cento di quanto versato è diretto a sostenere la difesa, l'ordine pubblico e la sicurezza, mentre il 6,09 per cento ha come obiettivo il sostegno all'economia e al lavoro. E ancora, il 4,8 per cento ai trasporti, il 2,4 per cento alla protezione dell'ambiente e il 2,2 per cento alla cultura e allo sport.
Questo in termini generali, ma l'aspetto più innovativo sta nel fatto che ciascuno di noi, se così si può dire, potrà affamare la bestia che è in sé leggendo il personale rendiconto che indica dove va a finire la propria Irpef. Mettiamo che il signor Bianchi paghi ogni anno imposte nette sulla sua busta paga o sul proprio reddito per 16.742 euro che corrispondono ad un imponibile di 49.823 euro. Ebbene può essere certo che di questa cifra 3.386 euro vanno alle pensioni dei suoi genitori o delle sue zie; che 3.310 sono spesi per la sanità (ed anche in questo caso la tragedia del virus ha dimostrato che si tratta di risorse necessarie); all'istruzione dei propri figli (elementari, medie, superiori) vanno 1.905 euro. Certo pensare che ogni anno il signor Bianchi paghi 1.774 euro di interessi sui 2,3 trilioni di debito pubblico che hanno cumulato le generazioni precedenti può essere irritante. O forse il nostro contribuente può pensare che, se fosse per lui, solo 407 euro annui per la difesa dell'ambiente siano un po' pochini e 225 per l'assetto del territorio siano davvero una cifra esigua. Il barometro delle tasse servirà anche per fare scelte più consapevoli, magari al momento della presentazione dei programmi dei partiti. Fonte: Repubblica
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