pieto orlandi

Pietro Orlandi, fratello di Emanuela Orlandi, la 15enne scomparsa misteriosamente nel 1983, ha condiviso una teoria precisa sulla sorte della sorella, affermando che Emanuela potrebbe essere stata portata a Londra subito dopo il suo rapimento. Durante la trasmissione Verissimo, Orlandi ha rivelato dettagli su questa ipotesi basata su informazioni ricevute da una persona coinvolta nel presunto sequestro.

La pista inglese e nuove rivelazioni

Secondo Pietro Orlandi, un uomo di nome Vittorio Baioni, legato ai Nar (Nuclei Armati Rivoluzionari) e alla criminalità romana, avrebbe accompagnato Emanuela a Londra nel 1983. L'uomo, che si sarebbe occupato di mansioni quotidiane per la ragazza durante la sua prigionia, avrebbe rivelato a Pietro di aver viaggiato con lei su un volo da Roma a Londra. Baioni sarebbe poi scomparso, ma la sua testimonianza ha lasciato tracce importanti, tra cui una foto che ritrae una mano adulta che stringe la collanina di Emanuela, un oggetto diventato simbolo della sua scomparsa.

Elementi inquietanti e il ruolo del Vaticano

Pietro Orlandi ha collegato la vicenda anche ai documenti emersi durante lo scandalo Vatileaks, che riportavano spese sostenute dal Vaticano per mantenere Emanuela a Londra in un convitto gestito dai padri Scalabriniani. Tra i nomi legati a questa vicenda, spicca quello di Monsignor Lucio Angelo Balda, arrestato nel 2015 per la fuga di notizie. Nei messaggi intercettati tra Balda e Francesca Chaouqui, un’altra figura chiave del caso, emergeva la richiesta di "far sparire" documenti riguardanti Emanuela.

Pietro Orlandi continua a cercare la verità sulla scomparsa della sorella e, nonostante gli ostacoli, è determinato a far luce su questo oscuro capitolo della storia italiana. “Vorrei tanto poter incontrare Papa Francesco”, ha dichiarato, sottolineando come il Vaticano, nonostante i decenni trascorsi, mantenga un silenzio pesante sulla vicenda.

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