Chiara Ferragni costretta a cambiare lavoro: "ha subito un trauma", è in crisi d'immagine. L’ipotesi del capro espiatorio per poterne uscire 'pulita'
Il silenzio tombale avvolge la scena mentre noi, poveri voyeur, scrutiamo - vinti e delusi - il profilo dei Ferragnez che rimane inerte. Le stories di Chiara Ferragni sono immobili, come quando si blocca lo streaming di Dazn. Niente. Instagram non funziona. Nessun segnale. Morto. E nel suo caso, sembra quasi che ci sia un attacco nucleare in corso, poiché ci ha abituato a essere accesa giorno e notte.
Il pollice si muove freneticamente in attesa di un'epifania che non arriva: la Madonna delle influencer non si fa vedere nemmeno alla vigilia di Natale, che dovrebbe essere il suo periodo.
Un nuovo profilo, una nuova speranza. E se a Fedez fosse venuta l'ispirazione? Eccolo
Eppure si muove! La foto, anche qui di famiglia, come per lei, ma in bianco e nero, si apre ma non rimane ferma. Si anima. Lui è tornato a postare. Ben tre storie. Ma non c'è "notizia", parla del suo podcast Muschio Selvaggio, che al momento ci interessa meno di zero. Perché a noi interessa altro.
Vorremmo conoscere il loro umore, sapere quello che si dicono, capire cosa faranno, perché in fondo è nei momenti di difficoltà - qui di crisi nerissima - che finalmente ci possiamo sentire uguali a loro, perché per il resto viaggiano in una stratosfera di soldi e successo che noi umani possiamo solo invidiare e guardare.
Chiara Ferragni, l'escamotage: l’ipotesi del capro espiatorio Fabio Maria Damato per uscirne
Quale potrebbe essere il modo per uscire da un danno d'immagine che ha mandato in pezzi lo specchio in cui riflettersi? In questi casi, la soluzione migliore è trovare l'uomo adatto, un signor Malaussène, come il personaggio inventato da Daniel Pennac che di professione fa il capro espiatorio. "Pianga, Malaussène, pianga in modo convincente. Sia un buon capro", si sente ripetere dai suoi datori di lavoro prima di ogni nuovo incarico. Chiara Ferragni e Fedez sembrano individuare il sacrificabile.
La mamma è sempre la mamma, la tata vale troppo poco, bisogna puntare in alto: e allora si girano tutti verso Fabio Maria Damato. Uomo potentissimo in casa Ferragnez a partire dal 2017, lui è general manager di The Blonde Salad (la società nata dall'omonimo blog) e di Chiara Ferragni Collection; lui si è ritagliato anche il ruolo di "consigliere" di fiducia per gli outfit di lei; lui è quello che l'influencer definisce "il suo braccio destro e sinistro".
L'unico modo per uscirne è dare la colpa a qualcun altro
Le scuse in grigio con il labbro che si increspava e l'occhio inumidito dalle lacrime sono state un "errore di comunicazione" madornale. Pensavano di uscirne. Voilà, ecco a voi un milione di euro e pandori come prima, like a manetta. Invece ci ha pensato Selvaggia Lucarelli a riportarla sulla terra, ricordando che quella del pandoro non è stata l'unica operazione commerciale poco "chiara". C'erano pure le uova di Pasqua. E allora che si fa? Ci vuole Malaussène. Il colpevole con la C maiuscola.
Per Pennac era un uomo buono; qui c'è bisogno di un cattivissimo, un avido attaccato ai soldi, che chiudeva contratti senza mettere troppo al corrente Chiara Ferragni. Potrebbe essere lui la persona giusta, pare - se ne scriveva in tempi non sospetti - che Fedez e Fabio Maria Damato non si siano tanto presi. Chissà. Intanto la saga eterna Fedez-Codacons continua e il cantante dovrà rispondere del reato di calunnia ai danni dell'associazione dei consumatori. Ma anche qui, ci interessa meno di zero. Maledetti. Instagram continua a non muoversi.
Il pandoro gate di Chiara Ferragni
Un dettaglio che potrebbe aprire nuovi dettagli sul “pandoro gate” di Chiara Ferragni. Nelle ultime ore sui social è in corso un dibattito che ruota attorno all’etichetta dell’ormai stranoto Pink Christmas di Balocco firmato dall’influencer lo scorso anno, per il quale la Ferragni è stata multata dall’Antitrust con una sanzione di oltre un milione di euro (sanzione contro la quale ha annunciato di voler far ricorso) per il quale la Procura di Milano ha aperto un’indagine.
Ma cosa c’è scritto su questa “famigerata” etichetta che tanto scalda gli animi e le discussioni su X e Instagram? “Chiara Ferragni e Balocco sostengono l’Ospedale Regina Margherita di Torino, finanziando l’acquisto di un nuovo macchinario che permetterà di esplorare nuove strade per le cure terapeutiche dei bambini affetti da Osteosarcoma e Sarcoma di Ewing”, si legge sul talloncino attaccato ai pandori. Proprio questa dicitura, secondo alcuni utenti, aprirebbe ipotesi nuove.
“Se è solo questa l’indicazione sul famoso pandoro, Ferragni vince la causa in due minuti”, hanno scritto diversi utenti, sottolineando come non fosse riportato alcun riferimento al fatto che per ogni pandoro acquistato ci sarebbe stata una donazione, bensì veniva lasciato intendere che Ferragni e Balocco avrebbero sostenuto l’ospedale torinese. Un’analisi piuttosto semplicistica, va detto.