Omicidio nella panetteria di Milano: arrestato Raffaele Mascia, il figlio del titolare
Una lite degenerata in tragedia: la ricostruzione dell'omicidio
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Milano è sotto choc per il tragico episodio avvenuto nella panetteria di piazza Gambara, dove Ivan Disar, cittadino ucraino, ha perso la vita in seguito a una sparatoria. Ferito gravemente un altro uomo, Pavel Kioresko, che ora si trova ricoverato in ospedale. L'autore del gesto, secondo gli investigatori, sarebbe Raffaele Mascia, 21 anni, figlio del titolare della panetteria.
La lite sarebbe scoppiata per futili motivi tra il giovane e i due clienti abituali del negozio. In pochi attimi, la situazione è degenerata e Mascia, impugnando una pistola P38 non registrata, ha aperto il fuoco. L'omicidio, avvenuto nel pomeriggio del 15 febbraio, ha sconvolto l'intera comunità e ha dato il via a una serrata caccia all'uomo.
Chi è Raffaele Mascia, il presunto assassino
Raffaele Mascia non è nuovo alle forze dell'ordine. Già in passato era stato arrestato per reati legati alla droga. Il giovane viveva saltuariamente nel retro della panetteria gestita dal padre e, secondo alcune testimonianze, non era particolarmente coinvolto nelle attività del negozio.
Le prime ricostruzioni suggeriscono che Mascia abbia reagito a delle provocazioni da parte delle vittime, che avrebbero fatto commenti sul suo stile di vita. In un impeto di rabbia, avrebbe recuperato l'arma nascosta nel retrobottega e avrebbe sparato più volte. Le immagini delle telecamere di sicurezza lo mostrano mentre si allontana subito dopo la sparatoria.
Il ruolo delle telecamere e delle testimonianze
Oltre alla testimonianza di una donna presente al momento dell'aggressione, gli inquirenti possono contare su un importante elemento di prova: le riprese di una telecamera di sorveglianza installata sul retro della panetteria. Il video mostra il giovane allontanarsi con la pistola ancora in mano, dettaglio che potrebbe risultare decisivo per le indagini.
Nel frattempo, la polizia ha trovato nella stanza sul retro del negozio alcuni oggetti appartenenti a Mascia, tra cui una katana e il cellulare, segno che la fuga è avvenuta in modo repentino. La sua posizione è ora al vaglio degli investigatori, che stanno cercando di ricostruire gli ultimi spostamenti.
L'indagine: le autorità al lavoro per ricostruire la dinamica
L'omicidio di Ivan Disar e il ferimento di Pavel Kioresko sono ora oggetto di un'indagine approfondita coordinata dal pubblico ministero Carlo Parodi. Gli inquirenti attendono di poter interrogare Kioresko, che al momento è ancora in ospedale dopo un delicato intervento per l'estrazione di un proiettile dal petto. La sua testimonianza potrebbe essere determinante per confermare definitivamente l’identità dell’aggressore.
Secondo quanto emerso dalle indagini, il padre di Mascia si trovava nel retro della panetteria a scaldare delle pizzette al momento degli spari e non avrebbe assistito direttamente alla sparatoria. Tuttavia, gli inquirenti stanno verificando ogni dettaglio per comprendere se il giovane abbia pianificato l'aggressione o se si sia trattato di un gesto impulsivo.
Un delitto per futili motivi: il movente dietro la tragedia
Dalle informazioni raccolte finora, sembra che la lite tra Mascia e i due clienti non sia stata un episodio isolato. Gli uomini avrebbero più volte preso in giro il giovane per il fatto che non lavorasse e non aiutasse il padre nella gestione del panificio. Una situazione che, secondo gli inquirenti, potrebbe aver alimentato un forte risentimento nel ragazzo fino al tragico epilogo.
L'omicidio di Ivan Disar, dunque, non sembra legato a questioni di criminalità organizzata, ma piuttosto a un’escalation di tensione sfociata in un gesto di estrema violenza. Un episodio che ha portato alla morte di un uomo e al ferimento grave di un altro, e che ora potrebbe costare a Raffaele Mascia una pesante condanna.
Milano sconvolta da un nuovo atto di violenza
La città di Milano è ancora una volta teatro di un tragico evento di cronaca nera. La sparatoria nella panetteria di piazza Gambara lascia sgomenta l’intera comunità, mentre le forze dell’ordine continuano a lavorare per fare luce sulla vicenda e assicurare il colpevole alla giustizia.
Le indagini proseguono e si attende che il quadro investigativo venga completato con le ultime testimonianze e analisi forensi. Nel frattempo, la famiglia della vittima e i cittadini di Milano chiedono giustizia per Ivan Disar e risposte sulle dinamiche di un delitto che forse si sarebbe potuto evitare.