Camorra, ucciso e sciolto nell'acido per "errore”: due arresti tra gli esponenti del clan Polverino

CAMORRA. Ucciso per errore 12 anni fa. E' la triste storia di Giulio Giaccio, vittima innocente e accusato di avere una relazione con la sorella di uno del clan Polverino.

Camorra - gli arresti

I carabinieri del Comando provinciale di Napoli hanno eseguito una misura cautelare in carcere nei confronti di due indagati affiliati al clan Polverino - Salvatore Cammarota detenuto per altro a L'Aquila e Carlo Nappi, detenuto per altro a Livorno - in quanto ritenuti gravemente indiziati dell'omicidio e della distruzione del cadavere del giovane Giulio Giaccio, fatti avvenuti a Marano di Napoli il 30 luglio 2000, data a partire dalla quale se ne erano perse le tracce.

Le indagini

Coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, anche grazie alle dichiarazioni di collaboratori di giustizia, consentito di appurare che Giaccio, operaio edile, si trovava nei pressi della propria abitazione e raggiunto dagli indagati che, fingendosi poliziotti, l'avevano costretto a salire a bordo dell'autovettura su cui viaggiavano.

Camorra - la vittima

La vittima era estranea a contesti di criminalità organizzata, ma gli esecutori del delitto l'avevano erroneamente identificata per un soggetto che stava intrattenendo una relazione con la sorella di uno di loro, che non l'approvava. Pur negando ogni coinvolgimento nella relazione, Giaccio fu ucciso con un colpo d'arma da fuoco ed il cadavere distrutto completamente, utilizzando l'acido.

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