Mattarella, Meloni, Crosetto, Piantedosi
Mattarella, Meloni, Crosetto, Piantedosi

Una clamorosa fuga di dati sensibili coinvolge figure istituzionali di altissimo profilo: Sergio Mattarella, Giorgia Meloni, Guido Crosetto e altri esponenti del governo risultano tra i soggetti colpiti da un massiccio caso di esposizione di numeri di telefono personali. In totale, sono oltre 20.000 i contatti attivi finiti in rete, consultabili da chiunque per appena 50 euro al mese.

La rivelazione arriva da un’inchiesta pubblicata dal Fatto Quotidiano e basata sulle scoperte dell’esperto informatico Andrea Mavilla, che ha smascherato un meccanismo apparentemente legale ma estremamente pericoloso, in grado di mettere a rischio la privacy di funzionari pubblici, forze dell’ordine, dipendenti Inps e amministrativi di comuni e regioni.

Nessun dark web: dati accessibili da piattaforme comuni e senza competenze tecniche

Il caso è ancora più inquietante se si considera che non si tratta di materiale reperibile sul dark web o su forum illegali: tutto avviene alla luce del sole, su otto piattaforme di lead generation regolarmente attive in rete. Queste piattaforme raccolgono contatti qualificati per scopi pubblicitari e commerciali, rivendendoli a chiunque sottoscriva un abbonamento annuale da 600 euro.

Basta una email aziendale per ottenere l’accesso e iniziare a consultare numeri privati di personaggi noti, incluso il presidente della Repubblica. Tra i contatti figurano numeri personali e non istituzionali, ovvero quelli utilizzati per comunicazioni private con familiari e amici.

Polizia postale al lavoro: aperta un’indagine sulla legalità delle piattaforme

A seguito delle segnalazioni, è subito intervenuta la Polizia postale, che ha avviato un’indagine per fare chiarezza sulla legittimità della raccolta e diffusione di questi dati. Le verifiche si concentrano sia sulle modalità di acquisizione dei contatti, sia sul rispetto della normativa vigente in materia di protezione dei dati personali (GDPR).

Secondo le prime analisi, le piattaforme in questione si sarebbero servite di form online e registrazioni apparentemente consensuali, ma che nascondono termini poco chiari o addirittura invisibili agli utenti, portando così alla cessione dei propri dati senza un vero consenso consapevole.

Il rischio per la sicurezza nazionale: in gioco anche dati delle forze dell’ordine

Oltre ai rappresentanti politici, tra i numeri violati compaiono quelli di membri delle forze dell’ordine, funzionari dell’Inps, dipendenti regionali e amministratori locali, il che apre un ulteriore fronte sul piano della sicurezza nazionale. L’eventuale accesso da parte di soggetti malintenzionati a queste informazioni potrebbe rappresentare una minaccia concreta, anche nell’ambito di attacchi informatici o campagne di phishing mirate.

Un campanello d’allarme sulla gestione dei dati online

Questo caso rappresenta l’ennesima dimostrazione di quanto sia urgente riformare il sistema della raccolta dationline, troppo spesso lasciato nelle mani di operatori che agiscono ai limiti della legalità, sfruttando falle normative e l’ignoranza digitale degli utenti.

Nel frattempo, le autorità invitano cittadini e aziende a verificare con attenzione le autorizzazioni concesse durante la registrazione ai servizi web e a non sottovalutare il valore dei propri dati personali, che possono essere facilmente trasformati in merce di scambio.

Palinuro, cade da una scala mentre sale sul tetto: la corsa in ospedale
Re Carlo e Camilla celebrano 20 anni di matrimonio a Roma