esplosione ercolano

“Datemi una pistola, mi voglio sparare”. Sono le parole strazianti del padre del 18enne albanese morto nell'esplosione di un deposito-fabbrica abusivo di fuochi d'artificio a Ercolano, avvenuta ieri in via Patacca 94. L'uomo, insieme alla madre del ragazzo e all'altro figlio, era sul luogo del disastro, incapace di accettare la perdita. “Dove sta mio figlio? Sta là?”, urlava disperata la madre tra le lacrime.

Oltre al giovane albanese, nell'incidente hanno perso la vita due giovani sorelle dell'hinterland napoletano. I tre stavano lavorando nel capannone, dove le attività sarebbero iniziate solo lo scorso fine settimana in vista delle festività natalizie.

Le indagini e le difficoltà nell'identificazione delle vittime

Sul luogo dell'incidente sono stati impiegati anche cani molecolari per escludere la presenza di altre persone sotto le macerie. Tuttavia, le vittime sono risultate “non identificabili” ufficialmente a causa della gravità delle condizioni dei corpi. I carabinieri, pur consapevoli dell'identità presunta dei tre giovani, non hanno potuto fornire conferme ufficiali.

Il cordoglio e l'indignazione dei sindacati

Di fronte all’ennesima tragedia sul lavoro, i sindacati hanno espresso dolore ma anche forte indignazione. Nicola Ricci, segretario generale della Cgil Napoli e Campania, ha definito l'incidente una “strage senza fine”:

“Non basta più il cordoglio e lo sdegno, servono interventi concreti e urgenti sulla sicurezza sul lavoro e sulla legalità. Con quelle di oggi, le vittime sul lavoro nella nostra regione salgono a 67 dall'inizio dell'anno”.

Ricci ha inoltre criticato le politiche del Governo Meloni in materia di salute e sicurezza sul lavoro, annunciando una manifestazione per il 29 novembre a Napoli.

Anche Melicia Comberiati, segretaria generale della Cisl Napoli, ha espresso solidarietà alle famiglie colpite, dichiarando:

“Sembra che la vita non abbia più alcun valore. Chiediamo che si faccia piena luce sulle cause e sulle responsabilità di questa tragedia”.

Una tragedia che poteva essere evitata

L’incidente di Ercolano non è solo una fatalità ma rappresenta il fallimento di un sistema di controllo incapace di prevenire tragedie in strutture abusive. Le morti di questi giovani, al primo giorno di lavoro, evidenziano la drammatica urgenza di affrontare le falle nel sistema di sicurezza sul lavoro e la piaga del lavoro nero.

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