Un calendario specifico per la riapertura graduale dell'Italia: questa la stada al vaglio del governo, che si prepara a inaugurare la fase 2 nell'ambito dell'emergenza Coronavirus. La convivenza con il Covid-19 è una sfida che non si può assolutamente sbagliare poiché si rischierebbe di tornare da capo, perciò servono cautela e prevenzione. Il giorno chiave potrebbe essere lunedì 4 maggio: si spera di ottenere il via libera a una circolazione più libera - ma ovviamente sempre con rigidi limiti - vietando assembramenti e rispettando la distanza di un metro tra le persone. Nella giornata di domani, venerdì 10 aprile, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte potrebbe firmare il nuovo decreto per prolungare i divieti di spostamento e forse autorizzare la ripresa di alcune imprese dopo le vacanze pasquali. "Dobbiamo scegliere i settori in grado di riavviare la loro attività", ha spiegato il premier in un'intervista alla Bbc, "Se gli scienziati lo confermano, potremmo iniziare ad allentare alcune misure già entro la fine di questo mese". Ma - sottolinea - non si può ancora "abbassare la guardia": "Il blocco nazionale, imposto il 9 marzo, potrà allentato solo gradualmente", ha aggiunto E i timori sono proprio incentrati in questa settimana: la leggera discesa della curva del contagio potrebbe generare un senso di maggiore tranquillità nelle persone, che potrebbero organizzare gite fuori porta o programmare una fuga verso le seconde case. Perciò l'intenzione del ministro dell'Interno Luciana Lamorgese è di predisporre controlli più rigidi, rigorosi e mirati anche sulle spiagge e nelle aree verdi: il Viminale potrebbe stilare un piano dettagliato per pattugliamenti serrati e posti di blocco. Le 3 date chiave Le tappe fondamentali per il ritorno alla normalità sono 3: la prima è lunedì 13 aprile, quando scadrà il Dpcm relativo alle misure di contenimento del virus. Nei giorni successivi potrebbe arrivare l'ok alla riapertura di alcune imprese: i segretari di Cgil, Cisl e Uil chiedono al premier un incontro per valutare insieme una strategia precisa. Nelle riunioni che si sono tenute nelle ultime ore si è parlato di librerie, cartolerie, pasticcerie, imprese di supporto alla filiera alimentare e farmaceutica, aziende meccaniche e negozi che vendono prodotti per il tempo libero o forniture per gli uffici. Ristoranti e tavole calde resteranno chiusi ma potrebbero garantire il servizio di consegna dei piatti nelle case. Il lockdown in Spagna terminerà il 26 aprile, ma in Italia la guardia resta alta: Conte ha ripetuto più volte che il nostro Paese "non può rimanere esposto a un eventuale contagio di ritorno", considerando soprattutto l'immane sforzo che i cittadini stanno mettendo in atto. A invocare la calma anche il Comitato tecnico-scientifico, che ha chiesto di "non attenuare le misure restrittive, non si deve abbassare il livello di guardia e bisogna continuare ad operare con lo stesso rigore". Sulla stessa linea Roberto Speranza, ministro della Salute: "Siamo ancora nel pieno dell’emergenza, occorrono cautela e gradualità per non vanificare i grandi sacrifici fatti finora". La vera fase 2 potrebbe partire il 4 maggio, ma bisognerà continuare a rispettare le regole specialmente fino a quando l'indice R0 non sarà prossimo alle zero. Come riportato dal Corriere della Sera, la riapertura di altre aziende dovrebbero essere pianificate con le Regioni a seconda dei diversi indici di contagio. Tuttavia le decisioni finali spetteranno sempre all'esecutivo: il presidente del Consiglio avrebbe già insediato un gruppo composto da sociologi, psicologi e manager dell'organizzazione del lavoro. Bisognerà privilegiare lo smart working, ma per chi deve comunque recarsi in ufficio dovranno essere previsti turni alternati, divisi per orario o per fasce giornaliere. L'ingresso nei negozi e nelle farmacie dovrà avvenire in maniera scaglionata. Lunedì 18 maggio potrebbe invece esserci qualche allentamento per i cittadini: il governo potrebbe concedere la possibilità a qualche Regione (tenendo conto della situazione dei contagi) di eliminare alcune limitazioni sulle passeggiate e potrebbe essere rivisto l'obbligo di restare nel proprio Comune. Luoghi di sport, di svago e ad alta concentrazione sociale restano in fondo alla lista poiché risulta difficile impedire il contatto tra le varie persone e dunque la diffusione del Coronavirus potrebbe essere molto facile. L'Italia a breve potrà ripartire, ma l'ombra di una seconda ondata è sempre presente. Fonte: Il Giornale Leggi anche Coronavirus, alcuni mestieri sono a rischio. Ecco chi potrà tornare al lavoro dopo la chiusura. Seguici su Facebook 41esimoparallelo

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