Fine vita: il centrodestra diviso, le Regioni accelerano sulla regolamentazione
Un tema etico che riapre il dibattito politico in tutta Italia

Il tema del fine vita torna al centro del dibattito politico in Italia dopo il primo caso di suicidio assistito in Lombardia e l'approvazione di una legge in Toscana che ne stabilisce tempi e modalità. Mentre la Lega mostra aperture e il leader Matteo Salvini lancia un sondaggio sui social, Fratelli d'Italia e Forza Italia criticano le Regioni che legiferano in autonomia, definendo queste scelte delle "fughe in avanti". Antonio Tajani, leader di Forza Italia, ha dichiarato che la competenza deve restare nazionale e non regionale.
Il primo caso di suicidio assistito in Lombardia
La vicenda riguarda una donna cinquantenne affetta da sclerosi multipla progressiva, che ha ottenuto l’accesso alla procedura di suicidio assistito secondo i criteri stabiliti dalla sentenza della Consulta 242/2019 sul caso Cappato/Antoniani. Dopo nove mesi di iter burocratico, ha potuto auto-somministrarsi il farmaco letale con il supporto del Servizio Sanitario Nazionale (SSN).
L’Associazione Luca Coscioni, che ha seguito il caso, ha criticato la lentezza della procedura, sottolineando come una legge chiara e nazionale avrebbe evitato un percorso lungo e difficile. Anche il governatore del Veneto Luca Zaia ha espresso la necessità di una legge nazionale che possa uniformare la normativa su tutto il territorio.
Le Regioni in prima linea
La Toscana è stata la prima Regione a introdurre una normativa regionale che fissa tempi certi per la procedura:
- La verifica dei requisiti deve concludersi entro 20 giorni dalla richiesta.
- Se la richiesta viene approvata, l'attuazione deve avvenire entro 10 giorni.
- Entro 7 giorni successivi, il SSN deve garantire il supporto sanitario necessario.
Il dibattito si allarga ad altre 10 Regioni italiane, tra cui Lazio, Sicilia, Liguria e Marche, dove proposte simili sono state presentate e attendono di essere discusse.
La spaccatura politica
Nel centrodestra, Forza Italia e Fratelli d’Italia si oppongono alla competenza regionale, ribadendo la necessità di una legislazione unitaria. Il partito di Giorgia Meloni ha riaffermato la difesa della vita in ogni fase, mentre la Lega, pur non prendendo una posizione ufficiale, ha lasciato libertà di coscienza ai suoi membri.
Anche nell’opposizione emergono divergenze: il Partito Democratico è diviso tra un’ala più cattolica e quella guidata da Alessandro Zan, favorevole a una legge nazionale per regolamentare il suicidio assistito.
Con sempre più Regioni che spingono per una regolamentazione autonoma, il governo dovrà decidere se affrontare il tema con una norma nazionale o lasciare spazio alle iniziative locali.