MELONI A BRUXELLES. Ultimo Consiglio europeo dell'anno, primo per la presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni. I lavori cominceranno alle 9.30 per concludersi probabilmente in tarda serata.

Tra le voci principali in agenda c'è la questione energetica, la riforma strutturale del mercato elettrico che diversi paesi chiedono alla Commissione di accelerare, e il difficile accordo, vicino ma non ancora raggiunto, sul tetto al prezzo del gas, punto sul quale l'Italia insiste molto, affiancata dai Paesi del Sud dell'Europa.

Il Consiglio europeo

Ne discuterà certamente, ma i negoziati tecnici sugli ultimi parametri da definire sono stati affidati ai ministri dell'Energia, con la capace regia della presidenza di turno ceca, e le attese sono che si arrivi finalmente all'accordo durante la prossima riunione ministeriale di lunedì 19 dicembre. In particolare, resta da concordare la soglia di prezzo del gas (che l'Italia vorrebbe sotto i 200 euro per MWh), oltre la quale scatterebbe, dopo qualche giorno di sforamento, il "meccanismo di correzione del mercato".

I capi di Stato e di governo

Quindi, nelle loro conclusioni solleciteranno il Consiglio a finalizzare l'accordo entro lunedì. L'Italia - spiegano fonti di governo - ritiene che il price cap sia una "priorità per i cittadini e le imprese di tutto il continente" e chiede che il tetto abbia "una soglia sufficientemente ridotta, un'ampiezza di applicazione significativamente estesa, e una tempistica di attivazione capace di rispondere repentinamente alle speculazioni di mercato".

Per il governo, inoltre, è importante che "i Paesi che hanno meno spazio di bilancio non vengano lasciati soli alle prese con lo sforzo economico-finanziario per contenere l'impatto della speculazione sui prezzi del gas" e che vengano resi "disponibili il prima possibile fondi europei per aiutare famiglie e imprese, assicurando il giusto grado di flessibilità sull'utilizzo".

I capi di Stato e di governo

Non mancheranno, naturalmente, di riaffermare il loro sostegno all'Ucraina. Come ha ribadito anche nelle sue comunicazioni in Parlamento Giorgia Meloni, l'Italia aderisce in modo "pieno e convinto" allo sforzo europeo e internazionale a sostegno di Kiev, ed è fortemente convinta della necessità e dell'utilità di "rinnovare le misure sanzionatorie" nei confronti della Russia, con la discussione già avviata sul nono pacchetto di sanzioni nei confronti della Russia in quanto "fondamentali per accelerare la fine del conflitto".

Si discuterà anche del sostegno militare all'Ucraina: è stato già accettato l'aumento delle risorse messe dagli Stati membri nello "European Peace Facility", il fondo da 5,8 miliardi di euro che doveva essere utilizzato per sei anni a livello globale e che ha finanziato in un solo anno 4 miliardi di euro di aiuti militari a Kiev. E sarà anche un'occasione per continuare il discorso dei fondi per la difesa comune e lo sviluppo di capacità industriali coordinate nel settore.

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