Calenzano, chi sono le vittime dell’esplosione al deposito Eni
Vincenzo Martinelli e l'amore per le figlie, Carmelo Corso entrato 4' prima dell'esplosione. Poi Davide Baronti, Gerardo Pepe e Fabio Cirielli
L’esplosione avvenuta al deposito Eni di Calenzano ha causato un bilancio drammatico di cinque vittime e numerosi feriti. Sono stati identificati i cinque uomini che hanno perso la vita: Vincenzo Martinelli, Carmelo Corso, Davide Baronti, Gerardo Pepe e Franco Cirelli. Questa tragedia ha scosso profondamente le loro famiglie e le comunità di appartenenza. Vediamo chi erano le persone coinvolte e cosa sappiamo di questa drammatica vicenda.
Vincenzo Martinelli: una vita dedicata alla famiglia
Vincenzo Martinelli, 51 anni, originario di Napoli ma residente a Prato da oltre 25 anni, era un uomo profondamente legato alle sue figlie, di 18 e 21 anni. Nonostante fosse in fase di separazione dalla moglie, dedicava ogni momento libero alle ragazze, con cui condivideva attività e passioni. Recentemente, aveva aiutato una delle figlie a prepararsi per l’esame di guida, un evento che aveva vissuto con grande orgoglio.
Martinelli era appassionato di cani e caccia e aveva lavorato temporaneamente all’estero, in Germania, ma il legame con le figlie lo aveva spinto a tornare a Prato. Al momento dell’esplosione, si trovava alla guida di un’autocisterna, distrutta completamente nell’incidente. La comunità locale lo ricorda come un uomo rispettabile e dedito alla famiglia.
Carmelo Corso: un lavoratore instancabile e padre amorevole
Carmelo Corso, 57 anni, originario di Catania ma residente a Prato dal 1993, era un uomo che viveva per la sua famiglia. Residente a Paperino, in via del Pozzo, lascia la moglie Tamara e due figli, Elena e Dario. Dipendente della RAT (Raggruppamento Autotrasportatori Toscani), Corso stava effettuando il pieno alla cisterna al momento dell’esplosione.
Il suo corpo è stato tra i primi ad essere recuperati, insieme a quello di Martinelli. La comunità lo ricorda come una persona sempre disponibile e un padre devoto.
Davide Baronti: un amante della montagna
Davide Baronti, 49 anni, era originario di Angera (Novara) ma viveva a Livorno con la moglie e le due figlie. Lavorava come autista per la Mavet ed era entrato nel deposito Eni con la sua autocisterna poco prima dell’incidente. La sua passione per la montagna rifletteva il suo carattere genuino e altruista, qualità che gli amici ricordano con affetto.
Gerardo Pepe e Franco Cirelli: due vite spezzate, due comunità in lutto
Gerardo Pepe, 45 anni, e Franco Cirelli, 50 anni, erano originari della Basilicata e dipendenti della ditta Sergen, specializzata nella manutenzione di impianti petroliferi. Pepe viveva a Sasso di Castalda (Potenza), mentre Cirelli era residente a Cirigliano (Matera). Entrambi lasciano figli piccoli e una comunità in lutto.
Le amministrazioni locali hanno proclamato il lutto cittadino in loro memoria. Le loro famiglie e amici li ricordano come uomini laboriosi, dediti al lavoro e alla famiglia.
La situazione dei feriti e le indagini in corso
L’esplosione ha causato anche molti feriti. Dieci persone sono state trasportate d’urgenza in ospedale, mentre almeno altre 17 si sono presentate autonomamente con lesioni non gravi. Tre pazienti rimangono ricoverati in condizioni critiche: due nel centro grandi ustionati di Pisa e uno in subintensiva a Careggi.
Le cause dell’incidente sono ancora in fase di accertamento. Gli investigatori stanno vagliando l’ipotesi di una scintilla che avrebbe innescato l’esplosione durante il rifornimento delle autocisterne.
La tragedia di Calenzano ha lasciato un segno indelebile nelle vite delle famiglie coinvolte e nelle comunità locali. Ogni vittima aveva una storia unica, fatta di affetti, passioni e sacrifici. Mentre le indagini proseguono, le loro vite rimangono un monito della fragilità umana e dell’importanza della sicurezza sul lavoro.