eric dane

LOS ANGELES – Eric Dane, 52 anni, noto al grande pubblico per il ruolo del "dottor Bollore" in Grey's Anatomy, ha annunciato di essere affetto da SLA – sclerosi laterale amiotrofica, una malattia neurodegenerativa rara e progressiva. La rivelazione è arrivata attraverso un’intervista esclusiva concessa alla rivista People.

“Mi è stata diagnosticata la SLA. Sono grato di avere la mia amata famiglia al mio fianco mentre affrontiamo questo nuovo capitolo della mia vita”, ha dichiarato l’attore.

La malattia e la volontà di continuare a lavorare

Nonostante la diagnosi, Dane ha spiegato di voler proseguire la sua carriera sul set. “Mi sento fortunato di poter continuare a lavorare e non vedo l’ora di tornare sul set di Euphoria la prossima settimana”, ha aggiunto, chiedendo però rispetto per la sua privacy e per quella della sua famiglia in questo momento delicato.

Il sostegno del pubblico e il ricordo di Grey's Anatomy

Dopo l’annuncio, i messaggi di solidarietà da parte di fan e colleghi si sono moltiplicati. Nel corso di un’intervista al podcast di Dax Shepard, Dane aveva già toccato momenti difficili della sua carriera, raccontando l’uscita da Grey’s Anatomy:

“Non me ne sono andato, penso che mi abbiano lasciato andare. Non dico che mi abbiano lasciato andare per questo motivo, ma sicuramente non ha aiutato”.

Poi il ricordo affettuoso della produttrice Shonda Rhimes, che secondo l’attore “ci ha protetti, pubblicamente e privatamente”.

Una famiglia unita nonostante tutto

Accanto a lui c’è Rebecca Gayheart, sua ex moglie. I due, sposati dal 2004 al 2018, hanno due figlie – Billie, 15 anni, e Georgia, 13. Nonostante il divorzio, il legame familiare è rimasto forte, tanto che solo un mese fa la coppia ha annullato ufficialmente la separazione.

“Abbiamo davvero capito la formula per restare una famiglia e penso che i nostri figli ne stiano traendo grandi benefici”, ha dichiarato Gayheart a E! News.

Che cos’è la SLA

La sclerosi laterale amiotrofica (nota anche come morbo di Lou Gehrig) è una malattia neurodegenerativa che colpisce i motoneuroni, le cellule nervose che controllano i muscoli volontari. La malattia porta progressivamente alla paralisi, pur lasciando inalterate le funzioni cognitive. Secondo l’AISLA (Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica), non esiste attualmente una cura definitiva, ma sono in corso ricerche e sperimentazioni a livello globale. 

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