Meloni incontra Trump a Washington: sul tavolo dazi, gas e armi
Il primo leader europeo ricevuto da Trump dopo l’avvio della guerra dei dazi

WASHINGTON – Oggi la premier italiana Giorgia Meloni incontra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump alla Casa Bianca. È il primo faccia a faccia tra Trump e un leader europeo da quando, il 2 aprile, il presidente americano ha lanciato la nuova guerra commerciale.
La giornata prevede alle ore 18 italiane (le 12 locali) l'accoglienza di Meloni nello Studio Ovale, seguita da un pranzo e da un bilaterale.
L’offerta di Meloni e la strategia europea
Meloni punta a convincere Trump a un incontro diretto con Ursula von der Leyen per allentare le tensioni sui dazi.
Il presidente americano ha rilanciato su Truth Social: «Tutti i Paesi vogliono incontrarci. Oggi l'Italia!».
Nel frattempo, in Europa cresce il dibattito sulla necessità di una trattativa comune. Matteo Renzi ha dichiarato: «Meloni dovrebbe dire chiaramente che sta con l’Europa, non alternare alleanze», ribadendo che il dialogo con Trump deve avvenire tramite la Commissione Europea.
Le richieste di Trump: gas e armi in cambio della pace sui dazi
I consiglieri di Trump hanno presentato a Bruxelles una lista di richieste: aumentare le importazioni di gas liquido americano e incrementare l'acquisto di armi made in USA.
Attualmente gli Stati Uniti coprono già il 19,4% delle forniture di gas europee. Ora chiedono di raddoppiare le esportazioni fino a 150 miliardi di metri cubi annui.
Sul fronte militare, il settore della difesa statunitense ha visto crescere del 233% l'export verso l'Europa tra il 2020 e il 2024. Trump vuole consolidare questa dipendenza, nonostante minacci periodicamente il disimpegno dalla NATO.
Le tensioni interne all’Europa
Emmanuel Macron frena: la Francia, insieme alla Germania di Friedrich Merz, vuole rafforzare l'industria europea della difesa con un piano da 150 miliardi di euro, temendo che un nuovo boom di forniture dagli USA indebolisca il progetto.
La trattativa con Washington si preannuncia quindi complessa, anche per via della pressione sugli equilibri energetici e industriali interni all'Unione.
L'allarme debito americano
Secondo Carlo Cottarelli, il debito pubblico americano, che ha raggiunto il 121% del Pil, rappresenta una minaccia per Trump stesso.
La fragilità dei mercati finanziari e la paura di una crisi di fiducia potrebbero frenare l’aggressività commerciale statunitense.
«Se il debito USA diventasse percepito come insicuro», ha avvertito Cottarelli, «potrebbe scatenarsi un terremoto finanziario globale».