Giulia Loffredo
Giulia Loffredo, i genitori

Il caso di Giulia Loffredo, la bimba di 9 mesi sbranata dal pitbull di famiglia, solleva molteplici interrogativi e numerosi dubbi sulla ricostruzione dell’accaduto, in particolare riguardo al comportamento del padre, Vincenzo Loffredo, e agli eventi che hanno preceduto il suo arrivo al pronto soccorso. La vicenda si carica di mistero, tanto che le indagini in corso stanno cercando di chiarire alcuni aspetti fondamentali per comprendere se la piccola potesse essere salvata o meno.

Il buco temporale di oltre 30 minuti

Uno degli elementi più critici riguarda il tempo che intercorre tra il momento in cui il padre ha scoperto l'aggressione del cane e il suo arrivo al pronto soccorso. La clinica Villa dei Fiori di Acerra, che dista solo pochi minuti a piedi dalla casa della famiglia Loffredo, ha ricevuto la bambina mezz'ora dopo la mezzanotte del 15 febbraio, ma resta da chiarire cosa sia successo durante quei 30 minuti. Il fatto che la piccola Giulia sia giunta in ospedale già priva di vita, nonostante la breve distanza tra la casa e la struttura sanitaria, alimenta il sospetto che, in quel lasso di tempo, possa essere stato fatto qualcosa che ha ostacolato l’arrivo tempestivo dell’aiuto.

Il pigiama insanguinato e il cambio di vestiti

Un altro aspetto inquietante riguarda il ritrovamento del pigiama insanguinato di Giulia, che è stato trovato nella spazzatura, prima che venisse gettato in discarica. Inizialmente, il padre avrebbe dichiarato che la bambina era stata aggredita da un cane randagio, ma successivamente ha cambiato versione, sostenendo che fosse stato il pitbull di famiglia. Questo cambio di versione e il fatto che la bambina sia arrivata in ospedale con un pigiamino diverso da quello che indossava al momento dell’aggressione alimentano i dubbi sulla sua versione dei fatti.

Il comportamento del padre

Il fatto che Vincenzo Loffredo sia risultato positivo all’hashish poco dopo la tragedia aggiunge un ulteriore elemento di sospetto. Inoltre, il suo comportamento prima e dopo la morte della bambina suscita domande. Le indagini hanno fatto emergere una strana pulizia dell’appartamento, che sembra essere avvenuta dopo che il sequestro penale dell’abitazione era già stato effettuato. Questa pulizia potrebbe aver cancellato prove importanti per le indagini, inclusi eventuali segni di violenza o di trascuratezza nei confronti del cane.

Omicidio colposo per omessa vigilanza

Vincenzo Loffredo è indagato per omicidio colposo per omessa vigilanza e custodia del cane, ma la vicenda si complica ulteriormente con questi nuovi elementi, che suggeriscono possibili incongruenze nel racconto del padre. La domanda che molti si pongono è se la piccola Giulia potesse essere salvata se fosse stata portata immediatamente in ospedale e se la sua morte sia stata causata da un errore o da un’omissione di soccorso da parte di chi avrebbe dovuto prendersi cura di lei.

In sintesi, le indagini sono ancora in corso, e molti interrogativi rimangono senza risposta. L’ipotesi di un intervento tempestivo che avrebbe potuto salvare la bambina, se non fosse stato per il buco temporale e il cambiamento delle circostanze, è ancora oggetto di discussione tra gli inquirenti.

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