TORRE ANNUNZIATA. "Sono loro". Maria Adriana Cerrata, la figlia di Maurizio Cerrato, ucciso a seguito di una lite per un parcheggio a Torre Annunziata è stata ascoltata dal gip Fiorentino e dal pm Moccia e dagli avvocati per la difesa per l’incidente probatorio.
L'assassinio di Torre Annunziata
La giovane ha ricordato con estrema freddezza per filo e per segno la tragica notte del 19 aprile scorso. A riportare il racconto è il giornale Lo Strillone.
La teste ha parlato della prima parte della lite avvenuta tra Giorgio Scaramella e il papà, al quale ha assistito anche la sorella Rosa.
Poi, dopo qualche attimo di calma apparente, il ritorno dello Scaramella assieme alle altre tre belve: il fratello Domenico, Antonio Cirillo e Antonio Venditto.
Proprio quest’ultimo, difeso dall’avvocato Mauro Porcelli, ha più volte dichiarato di non aver partecipato al delitto e di non essere in via IV Novembre al momento dell’uccisione di Maurizio Cerrato.
La figlia della vittima ha parlato di un omicidio alle 19,55, con Venditto riconosciuto come uno uomo di dieci centimetri più alto (1,80) rispetto alla sua statura normale. Su questi punti si sta concentrando la strategia dei legali di Venditto, per il quale sono ancora sotto controllo i tabulati telefonici.
Inoltre, come già detto durante le ore successive, Maria Adriana ha affermato di non aver visto chi ha materialmente ucciso il padre tra le quattro belve.
L’incidente probatorio si è concluso dopo quattro ore. Proseguono così le indagini da parte della Procura per delineare in maniera definitiva la dinamica del delitto. A quel punto partirà il processo. Fonte: Lo Strillone
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