BARI. "Il gioco l'ha spinta ad uccidersi”. Potrebbe esserci un gioco estremo online alla base della morte di un bambino di 9 anni trovato impiccato nel gennaio scorso nella cameretta di casa, a BARI, con una cordicella avvolta attorno al collo e appesa ad un attaccapanni.
I fatti risalgono al 25 gennaio
E' la pista sulla quale sta lavorando da dieci mesi la Procura di BARI che, dopo aver avuto dall'autopsia la conferma della morte per soffocamento e aver passato al setaccio tutti i dispositivi digitali presenti in casa senza trovare tracce, sta tentando la strada della rogatoria internazionale in Irlanda per ottenere la cronologia dei video ai quali il bambino ha avuto accesso su Youtube.
E' li', secondo la pm Angela Maria Morea che coordina le indagini, la risposta alla ipotesi investigativa della sfida online.
Gli inquirenti
Ritengono che possa esserci un collegamento con il gioco social chiamato
"Jonathan Galindo" che spingerebbe ad uccidersi, sottoponendo gli utenti a prove estreme. Si tratta di un personaggio, non identificato, con il volto mascherato da cane.
Nei dispositivi digitali
Analizzati dai consulenti della Procura di BARI non sono stati trovati elementi utili, ma sarebbe stato il bambino a confidare ad alcuni amici di avere paura di qualcuno che lo aveva minacciato di andarlo a prendere di notte se non avesse fatto quello che gli chiedeva, secondo la Procura prove estreme suggerite online.
Subito la pm aveva aperto un fascicolo per istigazione al suicidio a carico di ignoti ed e' l'ipotesi di reato sulla quale e' ancora al lavoro.
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