protesta dei magistrati

L’inaugurazione dell’Anno Giudiziario 2025 nelle Corti d’Appello italiane si è trasformata in un palcoscenico di proteste da parte dei magistrati. Da Milano a Palermo, toghe con coccarde tricolori e Costituzione in mano hanno manifestato contro la riforma sulla separazione delle carriere, recentemente approvata alla Camera. A Napoli, il ministro della Giustizia Carlo Nordio è stato accolto da un gesto clamoroso: i magistrati presenti hanno abbandonato la sala non appena ha preso parola.

Le Motivazioni della Protesta

I magistrati, guidati dall’Associazione Nazionale Magistrati (Anm), hanno espresso forte dissenso contro la riforma, definendola un attacco all’autonomia della magistratura. Paola Cervo, del Comitato direttivo dell’Anm, ha dichiarato:

"Toccare l'ordine giudiziario significa toccare uno dei tre poteri dello Stato. Modificare l’assetto costituzionale della giurisdizione è un danno per i cittadini."

Il cuore della critica è la preoccupazione che la separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri possa compromettere i principi di indipendenza e autonomia della magistratura, pilastri fondamentali della democrazia italiana.

Le Parole del Ministro Nordio

Intervenuto a Napoli, Nordio ha cercato di smorzare le tensioni, ribadendo che la riforma non mira a sottomettere il pubblico ministero al potere esecutivo:

"Vi pare che un ex magistrato come me, che ha servito lo Stato per 40 anni, possa avere l’obiettivo di umiliare la magistratura? Non avverrà mai."

Nordio ha anche lodato i risultati raggiunti da alcuni uffici giudiziari italiani, in particolare nel distretto di Napoli, che ha superato gli obiettivi del Pnrr per la riduzione dell’arretrato civile.

Le Reazioni Istituzionali

Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, intervenuto a Milano, ha auspicato un confronto costruttivo:

"Le posizioni possono essere diverse, ma il dialogo è fondamentale. Nessuno può arrogarsi il diritto di cancellare le decisioni del Parlamento."


Le Mobilitazioni nelle Città Italiane

  • Milano: Magistrati e procuratori si sono schierati sulla scalinata del Palazzo di Giustizia con manifesti che citavano la Costituzione.
  • Roma: Toghe con la Costituzione in mano e cartelli con citazioni di Piero Calamandrei hanno abbandonato la sala prima del discorso del ministro.
  • Palermo: L’aula della Corte d’Appello, arricchita da una gigantografia di Giovanni Falcone, ha visto una partecipazione massiccia di magistrati e figure istituzionali.
  • Firenze, Torino, Bari: Proteste simili, con magistrati che hanno ribadito la loro contrarietà alla riforma.

Conclusioni

Le proteste, svoltesi in modo compatto e simbolico, sottolineano la gravità con cui i magistrati percepiscono la riforma. Mentre il governo insiste sulla necessità di cambiamenti per migliorare il sistema giudiziario, i magistrati denunciano rischi per la democrazia e chiedono un dialogo più ampio e inclusivo. La riforma resta al centro di un acceso dibattito, destinato a proseguire nei prossimi mesi.

Rosa Vespa ammette la bugia: «Nessun aborto, la gravidanza non c'è mai stata»
Tragedia a Mandatoriccio, cede il tetto del capannone, morto operaio di 26 anni