Mattia, il paziente 1 e la sua famiglia. Finalmente a casa, finalmente sani. Una foto, un abbraccio di un'intera famiglia
che finalmente dopo la tempesta è tornata a vivere.
"Quest'anno più che mai 'Viva l'Italia' siamo noi, noi che abbiamo avuto la forza di ripartire. Viva l'Italia siete voi, clienti e amici che ci siete stati vicini in questi mesi... A voi va il nostro sentito grazie".
Ha scelto queste parole Mattia Maestri, il paziente 1 di Codogno, per commentare la foto esposta nella vetrina dell'erboristeria di Casalpusterlengo gestita dalla moglie.
L'immagine
Ritrae la famiglia stretta in un abbraccio. Mattia è stato il primo paziente al quale a fine febbraio fu ufficialmente diagnosticato il Coronavirus.
E con la notizia del suo contagio, l'Italia sprofondò nell'incubo pandemia.
Oggi, con questa fotografia, il messaggio di speranza arriva forte e chiaro. Mattia ha lottato per settimane in terapia intensiva.
Mentre era in isolamento, non sapeva che fuori anche la moglie Valentina, all'epoca incinta, aveva contratto il virus. Sono guariti entrambi e si sono goduti la nascita della loro prima figlia, Gaia.
Ed eccoli, allora, ritratti in uno scatto che racconta la voglia e la possibilità di ripartenza dopo un grande dolore e un'enorme fatica.
La foto
Ha partecipato al concorso indetto dalla Confcommercio e dal comune con la Pro loco di Casalpusterlengo per la vetrina più bella in paese dal titolo: "Viva l'italia".
Non ha vinto la famiglia di Mattia, ma, del resto, la battaglia più importante della vita l'avevano già superata.
“Scusate, dove mi trovo, sono a Lodi?” Disse appena sveglio dal coma
Queste la prima domanda formulata da paziente 1, l’atleta e runner 38enne, subito dopo il risveglio nel reparto di terapia intensiva. L’uomo si era presentato una prima volta all’ospedale di Codogno nel pomeriggio dello scorso 18 febbraio senza però avere i sintomi che avrebbero potuto portare ad identificarlo come caso ‘sospetto’. Tant’è che dopo gli accertamenti e le terapie necessarie, nonostante la proposta di ricovero, aveva deciso di tornare a casa.
Il ricovero
Poche ore dopo, però, la situazione era precipitata, al punto da richiedere, la mattina del 20 febbraio, l’intervento del rianimatore e un reparto di terapia intensiva. Era stata la moglie a informare i medici che il marito a fine gennaio era stato a cena con alcuni amici, tra cui uno appena rientrato dalla Cina, Quindi era stato disposto il tampone e la scoperta del primo caso in Lombardia, prima dell’esplosione dell’epidemia.
La moglie incinta
Adesso il cosiddetto “Paziente1” sta meglio, ha lasciato la terapia intensiva, ha ripreso a respirare da solo ed è stato trasferito a quella sub-intensiva del San Matteo di Pavia. Ora ha anche ripreso a parlare.
Fino a a poco fa era rimasto attaccato all’ossigeno e monitorato 24 ore su 24. Al risveglio, tra le prime cose che ha chiesto è se si trovasse o meno all’ospedale di Lodi. Il prossimo passo saranno le dimissioni per tornare a casa dalla moglie, dimessa qualche giorno fa dal Sacco di Milano, e che tra non molto darà alla luce una bimba.
Leggi anche:
Coronavirus, dimesso il paziente 1: “Tornare a respirare, la cosa più bella
Metti like alla pagina
41esimoparallelo e iscriviti al gruppo
41esimoparallelo