Un'infermiera di 56 anni

Lidia Liotta, è morta a causa del coronavirus all'ospedale di Chiari (Brescia), dove era ricoverata da circa un mese. Originaria di Sciacca, in Sicilia, lavorava dal 2000 come infermiera professionale all'interno di una residenza sanitaria assistenziale di Predore, Villa Serenza, dove da qualche anno era stata promossa a caposala. Il virus, come accaduto altrove in altre strutture simili in Lombardia e in tutta Italia, si è insinuato tra i fragili ospiti e gli operatori che si prendono cura di loro.

Il parroco di Predore: Fino all'ultimo accanto ai suoi nonni

Lidia sarebbe andata al lavoro fino all'ultimo, nonostante condizioni di salute non ottimali, secondo quanto ha raccontato il cognato. La dedizione al lavoro dell'infermiera confermata anche dalle sue colleghe e dal parroco di Predore don Alessandro Gipponi: "Era un’infermiera di grande umanità che anteponeva alla sue esigenze quella dei suoi anziani – ha detto il sacerdote dalle colonne del quotidiano locale "L'Eco di Bergamo" -. Fino all'ultimo ha voluto essere accanto ai suoi nonni".

La donna lascia il marito e una figlia di 20 anni

Lidia viveva a Predore col marito, dipendente comunale in un centro vicino, e la figlia di 20 anni. Il decesso dopo un mese "di agonia" in ospedale, secondo quanto denunciato dal cognato in un gruppo che raccoglie le testimonianze dei famigliari delle vittime di Covid-19: "Costretta ad essere in servizio nonostante stesse male, zero tamponi al lavoro. Chi deve pagare pagherà – ha scritto il cognato – ma ora è il momento del dolore".(Fanpage) Leggi anche: Coronavirus, De Luca: «Pronti a chiudere tutto se al Nord riaprono» Seguici su Facebook: 41esimoparallelo
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