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Le attiviste di Extinction Rebellion denunciano di aver subito perquisizioni invasive e umilianti in questura a Brescia, dopo essere state fermate durante una protesta pacifica davanti alla sede di Leonardo. Le testimonianze raccolte parlano di un trattamento severo e intimidatorio riservato alle donne, mentre gli uomini avrebbero subito controlli più superficiali. Tra le pratiche contestate, l’obbligo di spogliarsi, abbassare gli slip e fare squat, tutto questo in ambienti privi di privacy.

Le testimonianze

Val, 25 anni, è una delle manifestanti fermate. Racconta che le è stato chiesto di abbassare i pantaloni e gli slip e di eseguire tre squat in una stanza fredda, con la porta aperta e un agente maschio che è entrato brevemente. "Mi sono rifiutata di fare gli squat. Mi sentivo a disagio e ho avuto paura che potessero costringermi con la forza", spiega Val, che aggiunge: "Questo trattamento non è stato richiesto agli uomini fermati, che hanno subito una perquisizione più leggera."

Arianna, 21 anni, racconta un’esperienza simile: "Mi è stato chiesto di spogliarmi completamente e di fare squat. Una poliziotta mi osservava, ma il bagno era sporco, senza sapone né carta igienica. Mi hanno tolto anche gli assorbenti e i farmaci per il ciclo."

Condizioni inaccettabili

Le manifestanti denunciano non solo la mancanza di rispetto per la loro dignità, ma anche le pessime condizioni in questura. "Il bagno era sporco e mancava tutto, dalla carta igienica al sapone," spiega una delle ragazze. Alcune, come Arianna, raccontano di non essere riuscite a svolgere operazioni di base per il ciclo mestruale, a causa della mancanza di privacy e del controllo costante da parte delle forze dell’ordine.

Trattamento discriminatorio

Le attiviste sottolineano come il trattamento riservato a loro sia stato diverso rispetto a quello degli uomini fermati. "Ai ragazzi hanno fatto perquisizioni superficiali, come in aeroporto, mentre a noi hanno richiesto pratiche umilianti," afferma Val. "Questo è stato un modo per intimidirci," aggiunge Arianna, che riferisce di aver ricevuto un foglio di via con obbligo di lasciare Brescia entro tre ore e una denuncia per radunata sediziosa.

La risposta delle autorità

Le forze dell’ordine, tuttavia, contestano le ricostruzioni delle attiviste, definendo le accuse "provocazioni". Al momento, non sono state rilasciate dichiarazioni ufficiali dettagliate sul trattamento riservato ai fermati durante le proteste.

Il caso ha acceso il dibattito sull’uso del potere da parte delle forze dell’ordine e sulla tutela dei diritti durante le perquisizioni. Le attiviste chiedono trasparenza e giustizia, mentre cresce l’attenzione mediatica su quanto accaduto a Brescia.

 

 

 

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