NAPOLI. Può il virtuale divenire realtà? O comunque potrebbe quest’ultima dare più “umanità” a ciò che invece non lo è? Sembra fantascienza, cose dell’altro mondo eppure c’è chi ci ha provato e a quanto pare ci è riuscita. «Il mio intento era quello di creare una rete di amici e di supporto a tutti i commercianti che, in un periodo come quello della pandemia, hanno dovuto fronteggiare la vita di tutti i giorni, come riuscire ad andare avanti, ma soprattutto come non far fallire le proprie piccole e storiche attività».

Così Giuliana Palumbo ideatrice del gruppo “Compriamo a Napoli”

Nato un anno fa grazie anche al supporto di due amiche storiche l’avvocato Annalisa Falco e la fashion style Natascia Sperindeo.  Natascia Sperindeo Annalisa FalcoNatascia Sperindeo.                                            Annalisa Falco «Senza loro, non ce l’avrei mai fatta a far divenire questo gruppo quello che è oggi – spiega Giuliana - sono contenta perché al momento contiamo almeno sette mila membri, tutti molto attivi e soprattutto tutti entusiasti di questa nostra piccola vetrina. Sì io la chiamo così una vetrina per dare voce e spazio ai tanti piccoli imprenditori, artigiani, commercianti partenopei. Sono sei anni oramai che vivo a Londra, ma della mia Napoli non potrei mai fare a meno. Diciamo che sono una pendolare. Prima della pandemia almeno una volta al mese tornavo a casa. Il richiamo della propria terra non lo puoi zittire, ed è stato ancora più forte proprio in questi due anni di divieti e di “isolamenti”. Di per sé la lontananza ci fa maturare delle cose, delle sensazioni, emozioni, sentimenti, questi anni così particolari e duri hanno accelerato queste situazioni e quel sentire il bisogno di stare vicino alla mia città si è fatto sempre più insistente e così da Londra ho provato a essere nella mia Napoli. A cercare il volto di amici, attraverso il virtuale e da lì comprenderne ancor di più le difficoltà. Un bel giorno mi sono detta ma perché non usare questo mondo irreale in modo reale? Perché non far conoscere la mia terra a chi non può al momento vederla ed aiutare allo stesso tempo i commercianti locali a non chiudere definitivamente bottega? Così nasce Compriamo a Napoli». 3

La filosofia del gruppo

«La nostra filosofia non era e non è quella di sostituirci al reale ma essere di supporto ad esso. Riuscire a mantenere un rapporto con il cliente che può attraverso il marketplace continuare a spendere dal proprio commerciante di fiducia e ritornare poi nella sua bottega di persona. Così ho incominciato ad organizzare da Londra dirette per la vendita, andavo seppur virtualmente, a far conoscere quelle realtà storiche che la nostra terra offre a chi non le conosceva e a ricordarle invece a chi già sapeva, ma che per ovvi motivi non poteva recarsi in quel determinato negozio».

E ancora prosegue

«Questo ci a tenuto uniti e in molti casi, ci ha fatto rincontrare persone che magari a causa della vita frettolosa che conduciamo non riusciamo normalmente a frequentare, ci si perde di vista. Questo gruppo, posso dire, invece ci ha tenuto “vivi” e “vicini” seppur lontani. Sono tante le persone che ne fanno parte e che ci seguono dai piccoli commercianti ai cantanti, insieme per non perdere la nostra napoletaneità. Tanti i progetti in essere e l’obiettivo è sempre lo stesso, far conoscere la nostra città e le tante realtà che essa offre, far in modo che non si perdano mestieri storici, ma che si tramandino. Penso ad esempio alla sartoria napoletana, agli artigiani di San Gregorio Armeno. Abbiamo tanto da imparare e da insegnare. Stiamo organizzando fiere e diverse iniziative. Sono una persona molto positiva e mi lascio entusiasmare, vedo sempre il bicchiere mezzo pieno tanto da immaginarmi, un piccolo Amazon nostrano». 23  

Tanti progetti anche per Giuliana Palumbo e il suo “Vesuvio esplosivo”

“Si, diciamo che la pandemia, per vederla sempre nella mia filosofia di vita da bicchiere mezzo pieno, mi ha fatto riscoprire una nuova passione, o meglio mi ha fatto re-inventare. Prima della pandemia, la mia specialità erano i murales, ma bloccata in casa e non potendo più “imbrattare i muri” come qualcuno scherzosamente mi diceva, ho incominciato a dipingere. 54E sarà perché non potevo tornare a Napoli, ma ciò che mi ispirò più di tutti fu il Vesuvio, ricordare quella sua maestosità, la sua potenza, la sua bellezza e farla in un certo senso rivivere. Ho incominciato così a dipingerlo sui vestiti, sulle borse, ovunque... "Il mio Vesuvio”. Fino a quando non è poi divenuto appunto esplosivo, di tanti colori. Un po' come me. 6Diciamo che mi rispecchia molto, non solo per la mia appartenenza alla città di Napoli e al mio amore per essa, ma anche come persona… Sono un po' esplosiva anche io! – sorride e prosegue – E ti dirò il nostro Vesuvio piace a tanti e sono contenta di aver portato un po' di napoletaneità in vari appartamenti inglesi.Ma anche Milano, Viterbo, Bari, Sicilia… Insomma smisto Vesuvi da Londra. 7  

Giuliana Palumbo e Jo Squillo

«Grazie ad alcune mostre il mio Vesuvio è divenuto alquanto noto, tanto da essere contattata da Jo Squillo per una collaborazione con lei, per il suo impegno nella lotta contro la violenza sulle donne. Il Vulcano è variabile e può simboleggiare tante cose. In questo caso è da intendere la lava come forza e non sangue; come energia per non essere più vittime». Seguici sul nostro canale Youtube 41esimoparallelo Segui il nostro canale Google News 41esimoparallelo Attiva le notifiche su 41esimoparallelo.it
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