Sciopero generale
Sciopero generale

Cgil e Uil hanno confermato lo sciopero generale previsto per mercoledì 29 novembre in protesta contro la Manovra economica del Governo. La decisione, annunciata dai segretari Maurizio Landini (Cgil) e Pierpaolo Bombardieri (Uil) dopo un incontro a Palazzo Chigi, deriva dal giudizio negativo su una legge di bilancio che, secondo i sindacati, non affronta questioni fondamentali come l'aumento salariale, il rafforzamento della sanità pubblica, la riforma del sistema pensionistico e le politiche per il Mezzogiorno.

Principali richieste dei sindacati

Aumento salariale: I sindacati ritengono inadeguato l’aumento proposto del 6% per il settore pubblico, in un contesto dove l'inflazione ha toccato il 17%. Ritengono essenziale un incremento più consistente per restituire potere d’acquisto ai lavoratori.

Investimenti nella sanità pubblica: Si chiede un aumento significativo delle risorse per il sistema sanitario nazionale, per migliorare servizi e accesso alle cure.

Blocco delle assunzioni nel pubblico impiego: Cgil e Uil chiedono la rimozione del blocco delle assunzioni e il mantenimento dei giovani precari impiegati durante il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

Modifica della riforma Fornero: I sindacati spingono per una riforma delle pensioni che riduca la rigidità del sistema attuale.

Politiche industriali e sostegno per il Mezzogiorno: Sono stati richiesti maggiori investimenti per l'industria automobilistica e il ripristino dei fondi per le aree svantaggiate del Sud.

Riforma fiscale: Cgil e Uil propongono una tassazione più incisiva su rendite, patrimoni e ricchezze, per garantire un sistema fiscale più equo.

Ripercussioni dello sciopero e settori coinvolti

Lo sciopero coinvolgerà settori chiave come i trasporti, gli uffici pubblici e la sanità, con il rischio di disagi significativi per i cittadini. Gli orari e le fasce di garanzia saranno comunicati prossimamente, ma è prevedibile che la giornata sarà caratterizzata da rallentamenti nei servizi essenziali.

Apertura al dialogo, ma con divergenze sostanziali

Nonostante la fermezza nelle posizioni, i sindacati si dichiarano disponibili a proseguire il dialogo con il Governo, che tuttavia sembra avere una visione diversa sulle priorità economiche del Paese.

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