Come è morta Margaret Spada: il malore a intervento «già iniziato»
L'autopsia aggrava la posizione dei Procopio: "una sofferenza acuta"
La tragica morte di Margaret Spada, 22 anni, durante un intervento di rinoplastica presso uno studio medico a Roma, ha aperto una serie di interrogativi sulle cause del decesso e sulle responsabilità dei medici coinvolti. Marco Procopio e Marco Antonio Procopio, padre e figlio, sono indagati per omicidio colposo. L’autopsia, sebbene non conclusiva, ha rivelato dettagli significativi, aggravando la loro posizione.
Cosa è accaduto a Margaret Spada?
Margaret si era sottoposta a un intervento di rinoplastica in uno studio di viale Cesare Pavese, nel quartiere Eur di Roma, quando ha avuto un malore improvviso. Secondo quanto emerso dall’autopsia effettuata presso il Policlinico di Tor Vergata, la giovane avrebbe manifestato segni di una "sofferenza acuta" durante l’intervento, già in corso al momento del malore.
Sebbene l’autopsia non abbia chiarito con precisione la causa della morte, gli esami tossicologici e istologici, che richiederanno circa un mese, saranno cruciali per determinare cosa sia stato somministrato alla ragazza prima e dopo il malore.
Irregolarità nello studio medico e responsabilità dei Procopio
L’inchiesta ha rivelato gravi irregolarità nello studio medico dove è avvenuto il tragico intervento. La struttura non aveva le autorizzazioni necessarie per effettuare interventi di chirurgia estetica, come dichiarato dal presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca. Inoltre, uno dei titolari non possedeva la specializzazione necessaria per svolgere interventi estetici non ricostruttivi, in violazione delle normative vigenti.
Questi elementi aggravano la posizione di Marco e Marco Antonio Procopio, già sotto accusa per non aver garantito le necessarie misure di sicurezza e competenza medica.
Strumenti di emergenza mancanti e il consenso informato
Un altro aspetto critico riguarda l’assenza di strumenti e protocolli di emergenza nella struttura. I carabinieri del NAS stanno indagando per verificare se fossero disponibili dispositivi salvavita, come un defibrillatore, e medicinali da utilizzare in caso di emergenze mediche, come il cortisone per gestire eventuali shock anafilattici.
Secondo l’avvocato Domenico Oropallo, difensore di uno degli indagati, un defibrillatore era presente nello studio, ma al momento gli inquirenti non hanno trovato alcuna documentazione relativa alle attrezzature o alla gestione medica. Inoltre, mancano documenti essenziali, tra cui il consenso informato firmato da Margaret Spada, fondamentale per attestare che la giovane fosse pienamente consapevole dei rischi dell’intervento.
Gli accordi via chat: dettagli sconcertanti sul caso
Un altro punto cruciale riguarda gli accordi tra Margaret e i medici, avvenuti tramite chat su WhatsApp. La giovane avrebbe inviato al figlio del titolare il proprio elettrocardiogramma per confermare la fattibilità dell’intervento, il cui costo era stato concordato a circa 2.800 euro per una procedura che sarebbe dovuta durare appena 20 minuti.
Questi dettagli sollevano interrogativi sulla professionalità dei medici e sulla gestione dell’intero processo. L’assenza di documentazione ufficiale rafforza i sospetti di un’operazione condotta in condizioni irregolari.
Un caso che lascia molti dubbi
La morte di Margaret Spada rappresenta un caso emblematico di possibile negligenza e cattiva gestione medica. Le indagini in corso, che includono analisi tossicologiche, verifiche sulla struttura e analisi delle comunicazioni digitali, saranno determinanti per accertare le responsabilità.
Nel frattempo, il caso ha acceso i riflettori sulla necessità di maggiori controlli nei centri di chirurgia estetica, un settore in crescita ma spesso privo di adeguate garanzie di sicurezza. Margaret Spada, con il suo tragico destino, è diventata il simbolo di una battaglia contro la superficialità e l’irregolarità in ambito medico.