Mariano Scognamiglio, ristoratore originario di Napoli ma adottato ad Arezzo, ha deciso di chiudere definitivamente il suo locale, adducendo di essere stato vittima di una "gogna mediatica". L'uomo attribuisce la responsabilità di ciò a Selvaggia Lucarelli, giornalista e opinionista, affermando che avrebbe dovuto riflettere prima di parlare delle vite delle persone comuni.

Il ristoratore racconta di essersi sentito esposto alla "shitstorm" mediatica a causa dei dubbi sollevati da Lucarelli, simili a quelli che hanno coinvolto una collega a Sant'Angelo Lodigiano, portandola al suicidio.

Prima dell'intervento di Lucarelli, Scognamiglio già lamentava difficoltà ad Arezzo e dichiara di essersi sentito boicottato dagli abitanti locali a causa della sua omosessualità.

Anch’io sono stato vittima della gogna mediatica, anch’io esposto alla shitstorm dei dubbi di Selvaggia Lucarelli, come la collega suicida di Sant’Angelo Lodigiano” 

L'incidente mediatico è iniziato quando il ristoratore ha partecipato al programma televisivo "4 ristoranti" di Alessandro Borghese, nel quale ha dichiarato apertamente la sua preferenza sessuale e ha scambiato un bacio con il suo compagno. Scognamiglio sostiene che le affermazioni di Lucarelli abbiano contribuito al declino del suo locale, influenzando anche la raccolta fondi che aveva avviato.

Il twitter di Selvaggia Lucarelli contro Mariano Scognamiglio

Lucarelli, dal canto suo, aveva commentato su X, definendo le dichiarazioni di Scognamiglio "ridicole" e sollevando dubbi sulla sua versione dei fatti. La reazione della giornalista, secondo il ristoratore, ha peggiorato ulteriormente la situazione, portando alla chiusura del suo locale. Scognamiglio ora intende continuare la sua carriera insegnando, assumendo un ruolo di professore precario di materie aziendali in un istituto superiore cittadino.

Racconto ridicolo… si risveglia dopo tre anni e dice che gli aretini sono omofobi…Ma perché pubblicate ‘sta roba? Se il problema è che sei gay e non che sei andato in crisi perché hai cambiato sede e per la pandemia, non è con la raccolta fondi che gli aretini cambiano idea“.

Il ristoratore conclude il suo racconto con un appello, sottolineando che le persone come Lucarelli dovrebbero riflettere prima di entrare così profondamente nella vita delle persone comuni, poiché l'esposizione mediatica può avere conseguenze significative sulla loro intimità.

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