Giada Zanola morta dopo il volo dal ponte, le indagini incastrano il compagno Andrea Favero
Stordita e malmenata, poi lanciata dal ponte dell'autostrada in A4. Zaia: "Un crimine orrendo"
La tragica morte di Giada Zanola, precipitata dal cavalcavia dell'autostrada A4, ha scosso profondamente la comunità.
Inizialmente classificata come un suicidio, le indagini hanno presto rivelato una realtà ben più inquietante: Giada è stata uccisa dal compagno Andrea Favero, camionista di 39 anni, da cui si stava separando. La svolta decisiva nelle indagini è arrivata in appena 24 ore, smascherando il vero volto di questa tragedia.
L'interrogatorio che ha Incastrato il Compagno
Le contraddizioni emerse durante l'interrogatorio di Andrea Favero negli uffici della Polizia Stradale di Padova sono state cruciali per incastrarlo.
Le immagini delle telecamere di sorveglianza puntate sul tratto della A4 e sul sovrappasso autostradale di Vigonza hanno fornito ulteriori prove contro di lui. Favero ha ammesso parzialmente le sue colpe, rivelando uno stato di disagio dovuto alla crisi della relazione e alla preoccupazione di non poter più vedere il figlio di tre anni.
Il Fratello di Giada: "Non ci ha Mai Parlato di Violenze"
Daniel Zanola, fratello della vittima, ha dichiarato che Giada non aveva mai parlato di violenze da parte di Andrea.
"Qualche litigio, come in tutte le coppie, ma Giada non ci aveva mai detto che lui fosse stato violento o che la situazione fosse grave," ha detto Daniel.
La famiglia di Giada, che vive a Brescia, è incredula e sconvolta, cercando di capire cosa possa essere accaduto.
Una Relazione Turbolenta
La relazione tra Giada Zanola e Andrea Favero era ormai giunta al termine, caratterizzata da litigi frequenti e violenti. L'ultima lite, culminata in tragedia, si è verificata la notte tra martedì e mercoledì. Giada era fuggita di casa in macchina, ma è stata raggiunta da Andrea sul cavalcavia della A4, dove si è consumato il dramma. Resta da stabilire, attraverso l'autopsia, se Giada sia stata stordita o malmenata prima di essere gettata oltre la recinzione del ponte.
I Segni della Violenza
Durante la perquisizione nell'abitazione della coppia, la polizia ha notato che Andrea Favero presentava lividi ed escoriazioni sui polsi, segni che potrebbero indicare tentativi di difesa da parte di Giada. Secondo gli investigatori, Favero avrebbe alzato le mani su Giada in altre occasioni, ma la donna non aveva mai sporto denuncia.
Chi erano Andrea Favero e Giada Zanola
Andrea Favero, camionista di 39 anni, e Giada Zanola, 34 anni, originaria di Brescia, erano genitori di un bambino di tre anni. Giada stava per iniziare un lavoro in un impianto di distribuzione di carburanti. La loro relazione era in crisi, e Giada aveva deciso di lasciarlo, decisione che potrebbe aver scatenato l'ira omicida di Andrea.
Le Ammissioni di Andrea Favero
Favero ha fatto delle parziali ammissioni davanti al pubblico ministero, rivelando il suo disagio per la relazione in crisi e la paura di perdere il figlio. La lite tra i due, iniziata in casa, è proseguita fino al cavalcavia dell'autostrada, dove Favero ha gettato Giada sulla carreggiata autostradale, dove è stata travolta da un camion.
Le Parole del Presidente Zaia
Il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha commentato con fermezza il crimine, definendolo un "orrore" e sottolineando l'importanza di educare alla non violenza.
"La violenza sulle donne è un crimine orrendo. Siamo di fronte a una catena di sangue che non dobbiamo e non vogliamo considerare interminabile," ha dichiarato Zaia.
Ha espresso vicinanza alla famiglia di Giada e al suo piccolo figlio, evidenziando la necessità di una riflessione sociale profonda per prevenire simili tragedie.
La morte di Giada Zanola è un triste promemoria della violenza domestica e del femminicidio, problemi che continuano a affliggere la nostra società. La comunità di Vigonza, e l'intero Veneto, piangono la perdita di una giovane madre e si uniscono nel dolore e nella rabbia contro un crimine che non dovrebbe mai più accadere.