Carlo Brotini, originario di San Miniato, residente a Fucecchio e con lo studio legale a Santa Croce sull'Arno, era una figura notevole conosciuta in tutto il comprensorio del Cuoio. La sua reputazione non era legata soltanto alla sua carriera legale, ma anche al suo coinvolgimento attivo in molte iniziative sociali.

Aveva 72 anni, ed oltre a essere un avvocato stimato, aveva ricoperto il ruolo di socio della Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato e aveva svolto il compito di vice presidente della Casa di Risparmio di San Miniato. Inoltre, era membro del Lions Club di San Miniato e aveva partecipato a incarichi a livello distrettuale.

Carlo Brotini lascia la moglie Grazia e i figli Enrico ed Edoardo. La sua scomparsa rappresenta una perdita significativa per la comunità, che aveva potuto beneficiare del suo impegno e della sua dedizione sia nella professione legale che nell'ambito delle iniziative sociali.

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La salma di Gerardina Corsano è attualmente custodita nell'obitorio presso l'ospedale Frangipane di Ariano Irpino ed è a disposizione dell'autorità giudiziaria. Sabato scorso è stata eseguita un'autopsia, alla quale ha partecipato un team di esperti. Durante l'autopsia sono stati prelevati campioni dal corpo di Gerardina che saranno analizzati dall'Istituto Superiore di Sanità di Roma. Le analisi sono state avviate oggi alla presenza di tutte le parti coinvolte in questa vicenda.

Lo riporta Ottopagine. Sono stati prelevati anche campioni dall'ospedale Cotugno di Napoli, dove è ricoverato il marito della 46enne. L'esito dei campioni prelevati dall'uomo, elaborati dall'Istituto Superiore di Sanità di Roma, sembra risultare negativo, ma ciò non chiarisce completamente la causa della morte di Gerardina. Sarà necessario attendere ulteriori esiti, sia relativi ai tessuti che agli alimenti sequestrati presso il ristorante e la casa dei coniugi di Flumeri.

Al momento, l'ipotesi del botulino, avanzata subito dopo la morte della donna, sembra allontanarsi sempre di più. Saranno gli accertamenti tecnico-scientifici a rivelare la verità su questa triste vicenda. LO dichiara il direttore dell'Istituto Zooprofilattico Mezzogiorno, Antonio Limone, durante un'intervista a "Punto di Vista" trasmesso su Ottochannel.

Limone afferma: "Se due persone vanno in un ristorante e mangiano un alimento che potrebbe contenere la tossina del botulino, potrebbero essere anche non gli unici a contrarre la malattia, ma non solo, se il marito dice alla signora: senti, 'qui c'è qualcosa che non va', noi sappiamo perfettamente che la tossina del botulino è inodore, insapore e incolore." Fonte: Ottopagine

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