Alla fine il reddito di cittadinanza non sarà cancellato. La misura però subirà profonde modifiche al sistema. I motivi sono differenti. In primo luogo la misura non ha funzionato dal punto di vista delle politiche attive sul lavoro. Infatti, sono stati pochi i beneficiari del reddito di cittadinanza che sono stati ricollocati al lavoro come la misura prometteva di fare. Un dato oggettivo questo se è vero che ci sono famiglie e beneficiari che lo hanno richiesto già per la terza volta, cioè che hanno percepito già 36 mesi di sussidio e si accingono a completare la fruizione di ulteriori 18 mesi. Una misura che sembra diventare perenne per molti. Le modifiche più importanti in arrivo sul reddito di cittadinanza Il primo passo sarebbe, in base alle ultime notizie, quello di escludere l’INPS dal meccanismo. Oggi è l’INPS l’ente che gestisce il reddito di cittadinanza in tutto e per tutto. Infatti, è all’INPS che gli interessati inviano le domande ed è l’INPS che valuta le istanze e liquida i beneficiari con le consuete ricariche mensili sulla card RDC. Domani potrebbero essere enti locali quelli a cui demandare il compito di fare ciò che oggi fa l’INPS. La speranza è che, essendo più vicini ai cittadini, diventi più semplice intercettare davvero gli stati di bisogno e le situazioni di povertà utili alla concessione del sussidio. Più difficili i rinnovi e meno lunghi i periodi di fruizione del beneficio Ma probabilmente la modifica più profonda sarà quella che riguarda il periodo di fruizione del sussidio. Oggi il reddito di cittadinanza si incassa per 18 mesi rinnovabili di 18. Non ci sono limiti ai rinnovi se le condizioni dei beneficiari continuano a essere quelle idonee alla concessione del beneficio. L’unico vincolo è il mese di buco tra un rinnovo e l’altro. Infatti, il mese successivo rispetto all’ultimo dei precedenti 18 mesi deve restare privo di sussidio. Ed è il mese dedicato alla presentazione delle nuove domande da parte dei beneficiari. Adesso si potrebbe passare a una attesa di 6 mesi tra un rinnovo e l’altro. E per di più, dopo i 6 mesi di pausa, l’eventuale rinnovo sarà di soli 12 mesi. Per il terzo rinnovo, successivo ai 12 mesi, ulteriori 6 mesi di pausa, per poi percepire solo ulteriori 6 mesi di beneficio. Che diventerebbero gli ultimi. Nella speranza che i beneficiari del sussidio, nelle pause finiscano con l’accettare più facilmente offerte di lavoro anche stagionali. Ecco, dunque, come cambia il reddito di cittadinanza con 6 mesi di stop e l’esclusione dell’INPS dal meccanismo. Fonte: Proiezioni di Borsa [sv slug="seguici"]

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