Le parole del Ministro
“Ci sono più di 8mila autonomie scolastiche e 40mila edifici”, ha ricordato, e pertanto “noi daremo una cornice, delle linee guida e un pacchetto di strumenti” ma “ogni scuola dovrà poi declinare come far ripartire l’anno”. Quanto alla didattica a distanza, Azzolina precisa: “Abbiamo speso quasi 200 milioni. I monitoraggi che abbiamo fatto con i dirigenti sono positivi. So bene che non è il migliore dei mondi possibili, ma qual era l’alternativa?” si chiede la titolare del dicastero di viale Trastevere, che poi chiosa: “In più, ci sono state delle resistenze.
Le diffide dei sindacati sono pubbliche”. E poi ha aggiunto: “Giovedì ci sarà un tavolo a Palazzo Chigi, con il premier Conte, con il mio ministero, gli enti locali, un rappresentante delle famiglie, uno degli studenti, poi scuole paritarie, sindacati, disabili. Tutti insieme contribuiremo a trovare le risposte perché parliamo di misure che riguardano 30 milioni di italiani”.
Meglio in Europa
Gli enti locali possono aiutare “mettendo a disposizione sale comunali, orti botanici, parchi, teatri, cinema. Faremo degli accordi con loro e col terzo settore per fare in modo che la scuola riparta aprendosi al territorio. Quando non sarà possibile il distanziamento, porteremo gli studenti fuori.
In altri Paesi europei già si fa”. Quanto ai termoscanner agli ingressi delle scuole, “il comitato tecnico-scientifico ha già detto che non c’è bisogno. Dobbiamo responsabilizzare le famiglie. E dire che a scuola non si va neanche con 37 e mezzo di febbre”. E le mascherine? “Gli esperti ne hanno consigliato l’obbligo. Vanno bene anche le visierine trasparenti, per vedere le espressioni dei bambini, penso ai più piccoli, l’importante è che abbiano un dispositivo di protezione”. (Cronache Campania)
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