Funerali Papa Francesco
Funerali Papa Francesco

Fin dalle prime ore del mattino, Piazza San Pietro si è riempita di fedeli accorsi per dare l’ultimo saluto a Papa Francesco. I varchi sono stati aperti poco dopo le 6, e già alle 6:30 la piazza era gremita nella sua parte centrale. Alle 10 ha preso il via la messa esequiale, mentre un impressionante dispositivo di sicurezza, coordinato dalla Questura di Roma, garantisce il regolare afflusso dei partecipanti.

Cinque maxi schermi sono stati allestiti per permettere a tutti di seguire il rito: due sotto il sagrato, due ai lati del colonnato e uno prima di via della Conciliazione. Intanto, sotto un sole che scalda la mattinata romana, i canti sacri si diffondono dalle casse, creando un'atmosfera solenne e commovente.

Una folla commossa e multiculturale

Fedeli da ogni parte del mondo sono arrivati a Roma per rendere omaggio al Pontefice. Walter, un argentino residente a Liverpool, indossando una maglia di Messi, racconta: «Era il Papa della gente, molto più vicino a noi rispetto agli altri papi. Era speciale. Ora ci vorrebbe un Francesco II per proseguire il suo cammino». Accanto a lui, tanti giovani, molti presenti a Roma per il Giubileo a loro dedicato, si intrattengono tra colazioni improvvisate e giochi di carte, qualcuno riposa sui sampietrini in attesa della celebrazione.

Anche Nacho, studente argentino arrivato da Bologna, sorseggia il mate, ricordando: «Mi sono riavvicinato alla fede grazie a Francesco. Il suo messaggio era chiaro: nessuno può giudicare, e dalle periferie si comprende davvero la realtà». Dietro di lui, 25 scout di Siracusa mostrano uno striscione con una delle frasi simbolo del Papa: "Abbiate il coraggio di essere felici".

Il rito della messa esequiale

La messa esequiale si è svolta sul sagrato della Basilica Vaticana, iniziando con la preghiera dell'Eterno Riposo. Le letture hanno sottolineato il significato della Risurrezione: la prima dagli Atti degli Apostoli, la seconda dalla Lettera di San Paolo ai Filippesi e il Vangelo di Giovanni, in cui Gesù risorto affida a Pietro il compito di pascere il suo gregge.

Dopo l'omelia del cardinale Giovanni Battista Re, si è passati alla preghiera dei fedeli in diverse lingue, alla liturgia eucaristica e ai riti finali della commendatio e valedictio. Durante questi momenti, sono state recitate due suppliche solenni: una dalla Chiesa di Roma, con le Litanie dei Santi, e l'altra dalle Chiese orientali, con una preghiera bizantina recitata in greco. Il rito si è concluso con l'aspersione d'acqua benedetta, l'incensazione del feretro e il canto del Magnificat.

Al termine, il feretro è stato trasportato sulla papamobile appositamente riadattata per l'occasione, attraversando le strade di Roma fino alla Basilica di Santa Maria Maggiore, luogo caro a Papa Francesco.

Un evento di portata mondiale

Ai funerali hanno partecipato oltre 160 delegazioni ufficiali. Al posto d'onore, davanti al sagrato, si trovava la delegazione dell'Argentina guidata dal presidente Javier Milei, accompagnato dalla sorella Karina. Seguiti dalla rappresentanza italiana, con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la premier Giorgia Meloni e altre alte cariche dello Stato.

Tra i leader presenti anche l’ex presidente americano Donald Trump e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky con la First Lady Olena Zelenska. Un segnale importante della portata globale dell'eredità di Papa Francesco.

Particolarmente significativa è stata la presenza di circa 40 delegazioni ecumeniche e interreligiose: dalle Chiese ortodosse ai rappresentanti anglicani, luterani, battisti, evangelici, fino ai rappresentanti delle religioni non cristiane come buddhisti, induisti, sikh, zoroastriani e jainisti.

Papa Francesco, il Papa della gente

Con la sua semplicità e la sua attenzione ai più fragili, Papa Francesco ha saputo parlare al cuore della gente di tutto il mondo. Come sottolinea don Lorenzo, guida del gruppo scout di Siracusa presente oggi: «Francesco ha dato la scossa che serviva al cammino della Chiesa».

Oggi Roma, e con essa il mondo intero, si è stretta attorno alla memoria di un Pontefice che ha saputo abbattere muri e costruire ponti, fedele al suo motto: Miserando atque eligendo.

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