Matilde Lorenzi
Matilde Lorenzi

Matilde Lorenzi, giovane promessa dello sci, ha perso la vita in un incidente avvenuto su una pista priva di reti di protezione. La procura di Bolzano ha archiviato l'episodio come un tragico incidente, ma gli ex campioni Paolo De Chiesa e Piero Gros sollevano dubbi sull'accaduto, chiedendo che il caso venga riaperto.

«Dalle immagini e dal video registrato da chi si trovava sulla seggiovia si nota chiaramente l’assenza delle reti B, quelle che servono a contenere le cadute ad alta velocità – afferma De Chiesa. – Perché, allora, i carabinieri hanno dichiarato il contrario?»

Le contraddizioni nelle dichiarazioni

Intervistati da La Stampa, De Chiesa e Gros evidenziano una discrepanza tra quanto riportato dai carabinieri e le dichiarazioni di Stefan Hutter, direttore marketing dell’Alpin Arena Senales.

«La rete? In quel tratto non serve perché è pianeggiante», ha affermato Hutter all’agenzia Agi. Tuttavia, secondo De Chiesa, il video mostra chiaramente l’assenza delle reti B e solleva domande sull’effettiva sicurezza del tracciato: «Matilde è stata trovata in un dirupo, fuori pista. Come si può affermare che le lesioni letali siano state causate dalla caduta sul tracciato e non dal volo nel dirupo, senza un’autopsia?»

Un volo fatale e il vuoto di sicurezza

Nel video, la caduta di Matilde è descritta come drammatica, culminando in un volo fuori pista che ha provocato il decesso. De Chiesa sottolinea l'importanza di chiarire le cause esatte della morte, aggiungendo: «Dobbiamo fare qualcosa per garantire maggiore sicurezza. La tragedia di Matilde è un monito per tutti».

Critiche alla reazione del mondo dello sci

Oltre alla questione tecnica, De Chiesa e Gros puntano il dito contro l’indifferenza del mondo dello sci agonistico. «Dopo la sua morte, gli allenamenti sono continuati come se nulla fosse accaduto. Nessuno si è fermato in segno di lutto. È un fatto gravissimo, segno di una società priva di principi e riferimenti morali», ha dichiarato Gros.

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