C'è una fine all'inchiesta della morte di Candida Giammona, 39 anni, e del figlio che aveva partorito alla clinica Candela. Il fatto è avvenuto lo scorso 31 gennaio. Sono tre i medici che adesso rischiano il processo, per uno chiesta l'archiviazione perchè il fatto non sussiste.

Mamma e figlio potevano essere salvati

In estrema sintesi, secondo la consulenza, se il parto cesareo fosse stato compiuto prima, madre e figlio avrebbero potuto salvarsi. Inoltre, se la paziente, già mamma di un'altra bimba, dopo le gravi complicazioni fosse stata sottoposta ad un'isterectomia avrebbe potuto sopravvivere almeno lei. La gravidanza di Candida Giammona non avrebbe destato alcuna preoccupazione prima di quella sera. Tanto che la struttura sanitaria aveva parlato di decesso "imprevisto ed imprevedibile". Qualcosa sarebbe andato storto durante il parto e, dopo un cesareo d'urgenza, la paziente era stata trasportata al Buccheri La Ferla, nel tentativo di salvare la vita a lei e al neonato.

Errore medico

Questi ultimi sostengono però che la morte della donna e di suo figlio sarebbe frutto di un errore medico e che se i sanitari che li avevano avuti in cura avessero operato correttamente il peggio avrebbe potuto essere evitato. Subito dopo la tragedia l'avvocato Massimo Cocilovo, consigliere di amministrazione della casa di cura, aveva spiegato che "il personale sanitario ha fatto tutto il possibile per salvare la vita della paziente e del neonato, i cui decessi si ritiene siano determinati da un evento imprevisto ed imprevedibile e si affida, con piena fiducia, alle verifiche che la magistratura riterrà di fare. Siamo partecipi del dolore dei famigliari della signora Candida Giammona per la tragedia che stanno vivendo". Fonte: Palermo Today Attiva le notifiche su 41esimoparallelo.it Metti like alla pagina 41esimoparallelo e iscriviti al gruppo 41esimoparallelo Seguici sul nostro canale Youtube 41esimoparallelo
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