Matteo Renzi: «Arianna e Giorgia Meloni vogliono cancellarmi per legge»
L'ex premier denuncia il sistema giudiziario e attacca Meloni, Conte e Salvini: "Principio di responsabilità anche per i PM"
Matteo Renzi, leader di Italia Viva, torna a parlare dell'inchiesta Open e del peso delle vicende giudiziarie che hanno coinvolto lui e la sua famiglia. In un'intervista a Repubblica, l'ex premier critica il sistema giudiziario italiano, ribadendo di aver subito una "ingiustizia lunga cinque anni". Le sue dichiarazioni non risparmiano critiche a Giuseppe Conte, Giorgia Meloni e Matteo Salvini, accendendo il dibattito politico.
"Chi sbaglia deve pagare": la denuncia di Renzi contro i PM
Renzi punta il dito contro i magistrati, accusandoli di aver "maciullato intere famiglie", compresa la sua. Riferendosi alle vicende giudiziarie che hanno coinvolto i suoi genitori e altri membri della famiglia, l'ex premier afferma:
«Io ho avuto la forza di sopportare, ma tanti cittadini non hanno risorse o energie per resistere e magari cadono in depressione».
Renzi ricorda che i suoi genitori sono stati sottoposti a nove procedimenti giudiziari, otto dei quali conclusi con un'assoluzione. Secondo lui, ciò sarebbe accaduto solo perché erano i suoi genitori.
Il caso Open e il presunto tentativo di delegittimazione
Secondo Renzi, l'inchiesta Open rappresenta un tentativo di delegittimazione politica. L'ex premier lega l'esplosione del caso alla sua decisione di lasciare il Partito Democratico:
«Un mese dopo aver fondato Italia Viva, è esploso il caso Open. È evidente che il bimbo è stato ucciso in culla».
Gli attacchi a Giuseppe Conte e Giorgia Meloni
Renzi non risparmia critiche agli avversari politici. Accusa Giuseppe Conte e Giorgia Meloni di averlo attaccato duramente durante le sue vicende giudiziarie senza mai scusarsi. In particolare, punta il dito contro la premier Meloni, definendola "nervosissima" per la gestione dei centri in Albania e per le tensioni interne alla sua leadership:
«Meloni vuole cancellare un avversario politico per via legislativa, dopo l’assalto giudiziario».
La "norma anti-Renzi" e le critiche alla maggioranza
Renzi contesta quella che definisce la "norma anti-Renzi", introdotta dal governo Meloni, che impone restrizioni sul lavoro dei parlamentari all'estero:
«Se avessero scritto che i parlamentari non possono svolgere un altro lavoro, l’avrei votata subito. Ma imporre una tassazione del 100% a chi fa conferenze fuori dall’Europa è un esproprio proletario».
Secondo l'ex premier, questa norma è incostituzionale e mirata a colpire la sua figura politica.
Il caso Salvini e l'immigrazione
Renzi ha commentato anche la posizione di Matteo Salvini sulla gestione dell'immigrazione e il processo Open Arms. Pur augurandogli l’assoluzione, Renzi esprime un giudizio critico sul leader della Lega:
«Se fra un attacco su TikTok e un video su Instagram si occupasse di capire se c’è un treno in orario in questo Paese, noi non ci offendiamo».
Un appello alla giustizia e alla politica responsabile
Renzi conclude l’intervista ribadendo la necessità di riformare il sistema giudiziario, affinché non ci siano più casi come il suo:
«Dovrebbe valere il principio che chi sbaglia paga. Ho subito un’ingiustizia lunga cinque anni, ma nessuno si è assunto la responsabilità».
Le dichiarazioni di Matteo Renzi riaccendono il dibattito su giustizia e politica in Italia. La sua denuncia contro i PM e le critiche alla maggioranza delineano un quadro di tensione che non sembra destinato a placarsi presto.