Per la prima volta scoperto un caso di recidiva della COVID-19
L'infezione scatenata dal nuovo coronavirus emerso in Cina (SARS-CoV-2).
In altri termini, una persona data per guarita si è ammalata di nuovo. Si tratta di una donna giapponese di quaranta anni, che presta servizio come guida su autobus turistici della grande metropoli di Osaka.
Mercoledì 26 febbraio, tuttavia, ha accusato “mal di gola e dolori al petto”, come indicato in un comunicato stampa della prefettura di Osaka citato dalla Reuters. Recatasi nuovamente in ospedale, la donna è risultata positiva per la seconda volta al coronavirus. È la prima volta che si registra un caso del genere.
Ma com'è possibile una recidiva di COVID-19?
Secondo il professor Philip Tierno:
“Una volta che hai l'infezione, potrebbe rimanere inattiva e con sintomi minimi, e quindi sviluppare un'esacerbazione se si fa strada nei polmoni”. Tierno, intervistato dalla Reuters, ha aggiunto che ci sono ancora molti aspetti sconosciuti del nuovo coronavirus emerso nella città di Wuhan, nella provincia di Hubei: “Non sono sicuro che questo (virus) non sia bi-fasico, come l'antrace”, ha aggiunto lo specialista. L'antrace, conosciuta anche come carbonchio, è un'infezione causata da un batterio (il Bacillus anthracis) e non da un virus, ed è caratterizzata da un andamento bifasico. Nella fase iniziale si manifesta con sintomi non specifici, come febbre, tosse e malessere generalizzato, dunque molto simili a quelli di una sindrome influenzale (proprio come la COVID-19 innescata dal coronavirus); nella seconda, che si palesa a pochi giorni di distanza dalla prima, l'infezione degenera con la comparsa di gravi difficoltà respiratorie, sepsi e perdita di coscienza. L'antrace è letale nel 20 percento dei casi, dunque molto più della COVID-19.
(Fanpage)
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