Maxi focolaio all'Aia di Vazzola, nel Trevigiano: centottantadue positivi su 560 tamponi eseguiti. Tutti sono dipendenti dello stabilimento agroalimentare.
L'azienda comunque resterà aperta
Anche se è prevista la riduzione della produzione del 50%, il distanziamento fra le postazioni operative e la diminuzione del numero di lavoratori per turno.
La decisione è stata presa durante il vertice di stamattina in prefettura a Treviso
Presenti sindacati, azienda sanitaria, lavoratori e dirigenti del Gruppo Veronesi.
L’ ipotesi di chiusura dello stabilimento ventilata nelle ultime ore comporterebbe l'abbattimento di circa 1,5 milioni di capi di pollame, evento che avrebbe ripercussioni non semplici sul fronte igienico sanitario.
Il cluster era cominciato qualche giorno fa.
Tutti i quasi duecento positivi, si apprende al termine di un vertice in prefettura, sono asintomatici e in quarantena. Diciotto dei positivi, riporta Treviso Today, erano di rientro dalle vacanze all’estero.
Secondo il direttore generale dell'Usl 2 Benazzi: "la situazione dell'azienda è sotto controllo ".
La prossima settimana sarà eseguito un nuovo screening con l’utilizzo delle nuove procedure rapide, così da dare una risposta veloce ai dipendenti.
Al vertice erano presenti, tra gli altri, il direttore generale dell’azienda sanitaria Ulss n.2 di Treviso, Francesco Benazzi, e il sindaco di Vazzola, Giovanni Zanon. Solo una settimana fa si era diffusa la notizia di un piccolo focolaio all’interno dell’azienda avicola: i positivi erano 20 lavoratori, su un pacchetto di 37 coinvolti in un primo screening.
A scopo precauzionale si era così deciso di estendere la verifica a tutti i dipendenti.
La prossima settimana
Eseguito un nuovo screening con l'utilizzo delle nuove procedure rapide. Nel frattempo stabilita la prosecuzione della produzione contro una ipotesi di chiusura dello stabilimento che era stata ventilata nelle ultime ore.
L'interruzione dell'attività di macellazione comporterebbe l'abbattimento di circa 1,5 milioni di capi di pollame, evento che avrebbe ripercussioni non semplici sul fronte igienico sanitario.
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