Castello delle Cerimonie, il futuro dei dipendenti «non è legato a quello dell'immobile»
Il destino della Sonrisa resta incerto, ma il prefetto chiarisce che il futuro lavorativo degli impiegati non dipende dall’immobile. Ipotesi cooperativa per garantire continuità occupazionale

Il Grand Hotel La Sonrisa, noto al grande pubblico come "Il Castello delle Cerimonie", si avvicina a un momento cruciale. Il prefetto di Napoli, Michele di Bari, ha chiarito che il destino dei lavoratori della struttura non è legato direttamente all’immobile, che è di proprietà del Comune di Sant'Antonio Abate. Questo tema è stato affrontato durante un incontro tra i dipendenti e le istituzioni, nel quale si è discusso delle prospettive future per chi è impiegato nella struttura.
L'incontro con il prefetto e la proposta della cooperativa
La scorsa settimana, i lavoratori hanno avuto un confronto con il prefetto di Napoli, alla presenza della sindaca di Sant'Antonio Abate, Ilaria Abagnale. Durante l’incontro, i dipendenti hanno avanzato la proposta di creare una cooperativa che possa gestire l’attività ricettiva nei prossimi mesi, garantendo così la continuità lavorativa. Tuttavia, resta il nodo giuridico e amministrativo legato all'immobile e alle sue licenze.
L'ultima proroga concessa dal Tar
Il Tar Campania aveva concesso una proroga temporanea per l'attività della struttura, ma il termine ultimo per questa concessione è fissato al 13 febbraio. Dopo questa data, il Comune procederà con il ritiro delle licenze di albergo e ristorante, rendendo incerto il futuro del Castello delle Cerimonie. Il prefetto ha ribadito che l’immobile non può essere considerato una variabile nella gestione del personale, poiché ormai è stato accertato che appartiene al Comune.
Quale futuro per il Castello delle Cerimonie?
Il dibattito sul futuro della Sonrisa è ancora aperto. La struttura, divenuta famosa grazie alla trasmissione televisiva, potrebbe conoscere un destino completamente diverso da quello che l'ha resa celebre negli anni. Nel frattempo, le istituzioni e i lavoratori stanno cercando una soluzione che possa garantire la stabilità occupazionale, indipendentemente dall'esito delle decisioni amministrative sul destino dell’immobile.
La speranza dei dipendenti è che la creazione di una cooperativa possa permettere di mantenere attiva l'attività, anche se il percorso per raggiungere questo obiettivo appare complesso e ricco di ostacoli burocratici.