Studentessa impiccata, la sorella: «Troppe cose non tornano, la stanza era a soqquadro»
Disposta l'autopsia, saltano i funerali di Larimar Annaloro
Larimar Annaloro, una studentessa di 15 anni, è stata trovata impiccata nel giardino della sua abitazione a Piazza Armerina, Enna, martedì 5 novembre. La madre, sconvolta dal dolore, rifiuta di accettare l’idea che si tratti di un suicidio. «Voglio giustizia per la mia bambina», ha dichiarato la donna, convinta che ci siano elementi strani e inverosimili nella scena del ritrovamento. Secondo la madre, Larimar era stata trovata inginocchiata e stretta con delle corde in modo che difficilmente avrebbe potuto gestire da sola. La sorella maggiore di Larimar ha aggiunto ulteriori dettagli, rivelando che la giovane era stata legata con due giri di corda non solo al collo ma anche intorno alla vita e alle ginocchia. Inoltre, la stanza della ragazza era stata trovata a soqquadro e la porta di casa era inspiegabilmente aperta.
L'inchiesta della Procura e l'autopsia in arrivo
In risposta ai sospetti sollevati dalla famiglia, la Procura dei Minorenni di Caltanissetta ha preso in carico l’inchiesta, inizialmente aperta dalla Procura di Enna con l’ipotesi di istigazione al suicidio. In un’ottica di indagini più approfondite, è stata disposta un’autopsia, prevista per mercoledì 13 novembre, che potrebbe fornire informazioni decisive. Gli investigatori hanno già raccolto le testimonianze dei familiari, degli amici, e dei compagni di classe di Larimar per ricostruire l’ultima giornata della giovane e verificare ogni dettaglio.
I magistrati stanno vagliando tutte le ipotesi: la scelta di trasferire il fascicolo alla Procura dei Minorenni potrebbe indicare il sospetto di un coinvolgimento di coetanei, ampliando la portata dell’indagine a un possibile reato preterintenzionale o colposo da parte di giovani vicini a Larimar.
Le tensioni e il possibile movente: l’influenza dei social e le accuse di bullismo
Nel quadro investigativo è emersa una possibile pista che coinvolge il mondo delle relazioni tra adolescenti, i social media e il bullismo. La sorella di Larimar ha dichiarato di aver sentito voci su presunte immagini intime della sorella che circolavano in chat tra compagni di scuola, circostanza che avrebbe potuto destabilizzare la ragazza. Secondo quanto emerso, sembra che durante una recente lite con una coetanea, Larimar abbia scoperto la diffusione di queste immagini, insieme all’accusa di aver avuto una relazione con l’ex ragazzo della compagna. Questo episodio potrebbe aver segnato profondamente la giovane, portandola a una condizione di stress e ansia.
La stessa sorella ha dichiarato che Larimar era sempre stata una ragazza serena e felice, piena di vita e sogni, aggiungendo che la famiglia è sicura che non avrebbe mai scelto volontariamente di togliersi la vita. La madre, convinta che ci sia una mano esterna dietro la tragedia, ha sottolineato come la figlia non sarebbe mai stata capace di un gesto simile.
L’attesa dei risultati e il rinvio dei funerali
I funerali di Larimar, inizialmente fissati per sabato 9 novembre nella chiesa madre di Piazza Armerina, sono stati posticipati per consentire agli inquirenti di completare gli accertamenti e l’autopsia. La salma della giovane è infatti ancora sotto sequestro per ulteriori indagini. I risultati dell’autopsia potrebbero fare chiarezza su eventuali segni di violenza o altri indizi che confermerebbero la tesi del coinvolgimento di altre persone.
Un caso complesso: la comunità e la famiglia in attesa di giustizia
La morte di Larimar ha scosso profondamente la comunità di Piazza Armerina e chi l’ha conosciuta come una giovane piena di sogni e speranze per il futuro. Gli investigatori continuano a indagare «in tutte le direzioni», come dichiarato dal procuratore Rocco Cosentino, per verificare se si tratti davvero di un gesto volontario o se dietro la morte della giovane ci siano altre responsabilità. La famiglia spera che le indagini e le verifiche scientifiche portino presto a fare luce su quello che appare sempre più come un mistero fitto e doloroso.
Le tensioni sociali e le pressioni a cui sono esposti gli adolescenti oggi, insieme all'uso indiscriminato dei social media, sembrano aggiungere un ulteriore livello di complessità a una tragedia che, per i genitori, richiede risposte concrete. La verità sulla morte di Larimar resta per ora celata, mentre la sua famiglia continua a cercare giustizia, convinta che dietro l'apparenza di un gesto estremo si nasconda un’altra realtà.