Dossier sui conti correnti di Giorgia Meloni: spunta l'idea di una norma "salva-privacy"
Giorgia Meloni e sua sorella tra le vittime di accessi abusivi a conti bancari. Il governo valuta una stretta sulla privacy, mentre la premier minimizza sui social.
Un nuovo caso di violazione della privacy scuote il mondo politico italiano. Giorgia Meloni, insieme alla sorella Arianna e all’ex compagno Andrea Giambruno, è stata vittima di accessi abusivi ai conti bancari da parte di un dipendente di Intesa Sanpaolo. La notizia ha sollevato non poche preoccupazioni all’interno del governo, sebbene la premier stessa abbia reagito pubblicamente con una punta di ironia. Sul suo profilo social, Meloni ha pubblicato una foto con la sorella Arianna, accompagnata dalla frase: «Dacci oggi il nostro dossieraggio quotidiano», sdrammatizzando così la vicenda.
La scoperta dell'intrusione e le prime reazioni
L’accesso abusivo ai dati di Meloni e dei suoi familiari è solo uno dei tanti episodi che stanno emergendo in un’inchiesta più ampia legata agli abusi sulle banche dati degli istituti di credito. Il dipendente responsabile, Coviello, è stato licenziato dall’istituto bancario l’8 agosto 2024, ma le sue incursioni duravano già da diversi mesi. Nonostante la gravità del gesto, al momento non sembrano esserci prove di una regia esterna o di collegamenti con altre vicende di dossieraggio.
Meloni ha chiesto ai suoi collaboratori di mantenere un «profilo basso» per evitare che la vicenda possa trasformarsi in un'ulteriore polemica pubblica. Il caso, infatti, non dovrebbe finire in Parlamento, a meno di sviluppi più significativi che ne colleghino l’origine a interessi politici.
La proposta di una nuova norma sulla privacy
Sebbene la premier abbia cercato di minimizzare l’episodio, il governo è già al lavoro su un possibile intervento normativo per aumentare la protezione dei dati sensibili dei cittadini italiani. La proposta, che sarebbe allo studio del sottosegretario Giovambattista Fazzolari, prevede una revisione delle regole che disciplinano l'accesso alle banche dati da parte degli istituti di credito. L’obiettivo è quello di evitare futuri abusi come quello che ha colpito Meloni e altri personaggi pubblici.
Tuttavia, il governo intende procedere con cautela. Prima di spingere una riforma di questo tipo, si preferisce concludere le delicate trattative in corso con le banche, che riguardano anche un possibile contributo volontario per la prossima Manovra economica. Una mossa troppo rapida potrebbe essere percepita come un attacco diretto agli istituti bancari, con il rischio di creare tensioni in un momento già complesso.
Un assedio di dossieraggi
Il caso di Meloni si inserisce in un contesto più ampio di dossieraggi e violazioni della privacy che sembrano prendere di mira sempre più frequentemente figure politiche di rilievo. Giovanni Donzelli, deputato e vicepresidente del Copasir, ha espresso il suo sdegno parlando di un «assalto alla democrazia» attraverso questi attacchi mirati. Secondo Donzelli, i casi di dossieraggio servirebbero a inquinare il dibattito pubblico e a destabilizzare le istituzioni.
La vicenda, pur trattata con relativa calma dalla premier, solleva dunque questioni di grande rilevanza sul piano della sicurezza e della protezione dei dati personali, aprendo il dibattito sulla necessità di nuove misure legislative per tutelare la privacy, soprattutto di chi ricopre ruoli di rilievo nella vita pubblica.
Mentre le indagini sull’accesso abusivo ai conti di Meloni proseguono, rimane da chiarire se vi siano altri soggetti coinvolti e se l’episodio possa rappresentare solo la punta di un iceberg più ampio. Nel frattempo, l’esecutivo valuterà se e come intervenire per rafforzare le norme sulla privacy, cercando un equilibrio tra tutela dei dati personali e la necessità di non danneggiare il delicato settore bancario.