mario buscemi

Un'indagine choc scuote l'opinione pubblica: otto spogliarelliste sono indagate per circonvenzione d'incapace ai danni del generale Mario Buscemi, ex consigliere militare di Palazzo Chigi negli anni Novanta, morto all'età di 88 anni lo scorso luglio. L'inchiesta, condotta dalla Procura, ha rivelato dettagli inquietanti su una serie di pressioni e richieste economiche avanzate nei confronti del generale negli ultimi anni della sua vita.

Le pressioni psicologiche e i messaggi compromettenti

Dai messaggi acquisiti dagli inquirenti emerge un quadro chiaro: il generale riceveva richieste continue di denaro tramite WhatsApp. In uno dei messaggi, Buscemi rispondeva disperato: «Amore, cinquemila euro sono i soldi della mia pensione, lo capisci?». Nonostante la sua fragilità emotiva e finanziaria, le richieste non si sono fermate.

La denuncia dei familiari

Dopo la morte di Mario Buscemi, i familiari hanno scoperto che il suo patrimonio era praticamente svanito. Assistiti dalle avvocatesse Elena Bussotto e Paola Picciotto, hanno presentato una denuncia che ha dato il via a un'indagine approfondita, rivelando un ammanco di circa 300 mila euro.

Un patrimonio dilapidato

Secondo le ricostruzioni della Procura, le relazioni nate negli strip club frequentati dal generale avrebbero portato al dilapidamento di una somma ingente. Viaggi, borse di lusso e perfino l'acquisto di un appartamento sarebbero stati finanziati con i soldi di Buscemi.

Un messaggio emblematico

Tra le richieste più eclatanti, una spogliarellista avrebbe chiesto cinquemila euro, giustificando la somma con la necessità di aiutare la nonna in Romania. Nonostante i tentativi di resistere, il generale avrebbe ceduto, ammettendo di dover prelevare i soldi dal conto della moglie.

Le indagini della Procura

L'indagine, guidata dal pm Lorenzo Del Giudice, ha messo in luce la fragilità psicologica del generale di fronte alle manipolazioni delle otto donne. Sebbene non sia ancora chiaro il coinvolgimento specifico di ciascuna delle indagate, gli inquirenti stanno ricostruendo i trasferimenti di denaro e le modalità con cui il patrimonio è stato dissipato.

Un caso emblematico di circonvenzione d'incapace

Il caso di Mario Buscemi rappresenta un esempio emblematico di circonvenzione d'incapace, un reato che spesso colpisce persone fragili e vulnerabili. Le dinamiche di questa vicenda mettono in luce non solo l'aspetto economico, ma anche il lato umano di una truffa costruita con freddezza e metodo.

Conclusione: in attesa di giustizia

Mentre le indagini proseguono, i familiari del generale sperano che venga fatta giustizia per il danno subito. La vicenda di Mario Buscemi rimane un monito su come la vulnerabilità emotiva possa essere sfruttata senza scrupoli, lasciando dietro di sé non solo un danno economico, ma anche un profondo senso di ingiustizia.

 

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