Coronavirus, Johnson&Johnson sospende la sperimentazione del vaccino. La sperimentazione del vaccino anti-Covid a cui sta lavorando la Johnson&Johnson e’ stata sospesa dopo che uno dei partecipanti allo studio si e’ ammalato senza che gli esperti siano finora riusciti a trovare le cause.
I fatti
La pausa – riportano alcuni media americani – e’ stata comunicata a tutti i ricercatori della Johnson&Johnson che si occupano dei circa 60.000 pazienti sottoposti alla sperimentazione.
“Seguendo le nostre linee guida, la malattia del partecipante viene valutata dal Data Safety Monitoring Board (che e’ un’entita’ indipendente) sull’Ensable (che e’ il nome dello studio) oltre che dai medici ed esperti della sicurezza interni”, precisa la multinazionale Usa in una nota. “Eventi avversi, come malattia o incidenti, anche seri – sottolinea la societa’ – rientrano ogni studio clinico, soprattutto se di larga scala”.
Johnson & Johnson
Non ha fornito spiegazioni in merito alla natura della reazione avversa, di cui andra’ anzitutto accertata la relazione con la somministrazione del farmaco oggetto degli studi clinici.
Il mese scorso un caso analogo aveva portato allo sospensione dei trial per il vaccino sperimentale di AstraZeneca, che pero’ aveva concluso che la “malattia inspiegabile” non era stata causata dal farmaco.
Adesso, il fermo ha riguardato un composto, quello della Johnson & Johnson
Entrato nella fase finale il mese scorso, quindi con un certo ritardo rispetto a più di un “concorrente”, ma comunque presentando sulla carta diversi vantaggi, tra cui quello di non aver bisogno di essere congelato nonché il fatto che potrebbe risultare efficace dopo la somministrazione di una dose unica, saltando quindi la fastidiosa (e dispendiosa) fase del richiamo.
La Johnson & Johnson aveva organizzato una mega-sperimentazione, che prevedeva l’arruolamento di 60.000 volontari.(Cronache)
Proprio ieri invece Di Lorenzo aveva dichiarato: "Vaccino in Italia entro Natale”
Coronavirus, vaccino in Italia a Natale. Una speranza nella lotta che l’umanità sta portando avanti, ormai da un anno, nei confronti del coronavirus.
La necessità di pervenire a un vaccino rappresenta l’unica, indispensabile arma, per poter mettere davvero la parola fine alla pandemia. Per ciò che concerne l’Italia, il vaccino potrebbe arrivare prima del Natale.
A dichiararlo è Piero Di Lorenzo
Presidente dell’Irbm di Pomezia, il centro che ha sviluppato insieme all’università di Oxford il candidato vaccino prodotto da AstraZeneca.
Secondo Di Lorenzo è molto plausibile che entro le festività natalizie il vaccino potrà iniziare a essere distribuito in Italia e “se non ci saranno problemi è ragionevolmente credibile che entro fine 2020 arriveranno nel Paese circa 3 milioni di dosi“.
“Incrociando le dita – dichiara Di Lorenzo all’Adnkronos Salute – da qui a un mese circa la sperimentazione di fase 3 sarà finita. E a quel punto si tratterà dei tempi dell’agenzia regolatoria.
Tempi che, grazie alla cosiddetta ‘rolling review’, revisione continua partita l’1 ottobre all’Agenzia europea del farmaco Ema, saranno compressi al massimo.
Parliamo di settimane, contro i 6 mesi-1 anno in media necessari per arrivare all’approvazione di un farmaco con l’iter classico”. (Anteprima 24)
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