Migranti
Migranti

Il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto legge cruciale in materia di immigrazione, con un focus sull'elenco dei Paesi sicuri per il rimpatrio dei migranti

Il provvedimento rende questo elenco parte di una norma primaria, superando il precedente sistema di aggiornamento annuale tramite decreto ministeriale, consolidando così la posizione del governo su un tema centrale nelle politiche migratorie italiane. Il dl arriva in un contesto di tensioni con i giudici nazionali, che in più occasioni hanno applicato norme comunitarie che, secondo il governo, hanno ostacolato l'efficacia delle espulsioni. Vediamo i dettagli del decreto e le sue implicazioni.

Una nuova normativa sui Paesi sicuri

Il decreto approvato dal governo introduce una significativa novità: l’elenco dei Paesi considerati sicuri per il rimpatrio diventa una norma primaria, con valore di legge. Questo significa che d'ora in poi i giudici saranno obbligati a rispettare tale elenco, riducendo il margine di discrezionalità nelle decisioni relative alle richieste di protezione internazionale. In conferenza stampa, il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi ha annunciato che la nuova lista include 19 Paesi sicuri, rispetto ai 22 precedenti, con l'esclusione di Camerun, Colombia e Nigeria, Paesi considerati a rischio per specifiche questioni territoriali.

Secondo Piantedosi, l’adozione di una norma primaria in merito ai Paesi sicuri mira a evitare decisioni "ondivaghe" da parte dei giudici, che in passato hanno spesso accolto ricorsi contro i rimpatri, basandosi su interpretazioni del diritto comunitario non sempre condivise dal governo. Il nuovo approccio cerca di accelerare le procedure di espulsione e contrastare l'abuso della richiesta di asilo come mezzo per eludere le espulsioni.

L'interpretazione della sentenza UE e la critica di Nordio

Alla base del decreto c'è anche una sentenza della Corte di Giustizia dell'Unione Europea, datata 4 ottobre 2023, che ha sollevato discussioni sulle modalità con cui i Paesi di origine vengono designati come sicuri. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha criticato apertamente l'interpretazione che i giudici italiani hanno dato a questa sentenza. Secondo Nordio, la sentenza, scritta in francese e molto complessa, non è stata correttamente compresa o interpretata, portando a decisioni giudiziarie che hanno ostacolato i rimpatri di alcuni migranti.

In particolare, Nordio ha sottolineato che molti migranti dichiarano una provenienza autoattribuita, senza documenti che confermino l'effettivo Paese d'origine. Ciò rende difficile per le autorità valutare con certezza la sicurezza del Paese da cui provengono, complicando ulteriormente le procedure di rimpatrio.

Il caso dei migranti trattenuti in Albania

Una delle questioni chiave affrontate dal decreto riguarda il trattenimento dei migranti nei Centri di Permanenza per il Rimpatrio (Cpr), come quello in Albania. Recenti ordinanze dei giudici italiani, basate su una lettura delle norme europee, hanno invalidato il trattenimento di alcuni migranti. I giudici hanno ritenuto che, nonostante la designazione del Paese d'origine come sicuro, ci siano delle eccezioni legate alla situazione specifica di alcuni individui, come oppositori politici o difensori dei diritti umani, che possono essere a rischio di persecuzione.

Con il nuovo decreto, il governo punta a rafforzare il controllo sulle espulsioni e a superare le difficoltà interpretative del diritto europeo, stabilendo criteri più stringenti e affidando la lista dei Paesi sicuri a una legge primaria.

Una svolta nelle politiche migratorie italiane

L'approvazione di questo decreto rappresenta un tentativo del governo italiano di rafforzare la propria politica migratoria e contrastare l'abuso delle richieste di asilo come mezzo per evitare l'espulsione. La nuova normativa, che trasforma l'elenco dei Paesi sicuri in una norma primaria, mira a fornire un quadro più solido e meno soggetto a interpretazioni divergenti, soprattutto da parte dei giudici.

Con questa mossa, il governo Meloni intende accelerare i rimpatri, ridurre i costi associati all'accoglienza e rispondere con fermezza alle sfide legali poste dalle sentenze europee.

Colpo alla camorra, arrestato in Colombia il boss Gustavo Nocella
"Francesca era speciale, siamo sconvolti": dolore a Messina per la morte della piccola