Bimba scomparsa a Firenze, la mamma di Kataleya tenta di togliersi la vita: ha ingerito candeggina
Nel drammatico contesto legato alla scomparsa di Kataleya, la bambina di Firenze, una nuova tragica notizia emerge. Dopo il tentato suicidio del marito della piccola, anche la madre ha compiuto un gesto estremo.
A riportare la notizia è Tg La7. La donna avrebbe ingerito una quantità limitata di candeggina nel tentativo di togliersi la vita. Fortunatamente, è stata tempestivamente soccorsa e trasportata in ambulanza al pronto soccorso dell'ospedale di Careggi, dove viene attualmente curata.
Le sue condizioni non sono considerate pericolose per la vita. La polizia è stata immediatamente allertata ed è coinvolta nell'indagine in corso per fare luce su questo tragico caso.
L'intera vicenda è avvolta da un profondo dolore e sconcerto. Le autorità continuano ad investigare sulla scomparsa di Kataleya e sugli eventi che hanno portato a queste tragiche reazioni.
Si spera che la madre riceva l'assistenza e il sostegno necessari per affrontare questa situazione estremamente difficile.
La scomparsa della piccola Kataleya
L'ultima volta che è stata vista era intorno alle 13:10, insieme ad altri bambini all'interno del condominio occupato dove risiedeva, nella zona di Novoli, a Firenze. Si è appreso che aveva avuto una lite con un'altra bambina, secondo quanto riferito da una vicina di casa.
"Stava giocando con mia figlia, so che hanno litigato e la mia bambina è tornata a casa. L'ho mandata in camera, pensavo che l'altra bambina fosse con i suoi familiari, credo fosse col suo fratello". Poco dopo, la madre di Kata è tornata dal lavoro, ma non ha trovato la piccola e ha immediatamente iniziato a cercarla. L'allarme per la sua scomparsa è stato lanciato alle autorità intorno alle 15:00.
La Prefettura, che ha diffuso la foto della bambina, ha comunicato le sue caratteristiche fisiche: altezza 115 cm, occhi e capelli castani. Al momento della scomparsa, indossava una maglietta bianca a maniche corte, pantaloni viola e scarpe nere. Finora, le ricerche si sono concentrate all'interno dell'edificio e lungo il fiume Mugnone, anche con l'ausilio di cani addestrati.
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