Benedetto Ceraulo
Benedetto Ceraulo

È stato protagonista di uno dei delitti più famosi della cronaca nera italiana, ma oggi il suo nome è tornato alla ribalta per un nuovo, tragico episodio. Benedetto Ceraulo, 63 anni, noto per essere stato l’esecutore materiale dell’omicidio di Maurizio Gucci nel 1995, ha tentato di uccidere il proprio figlio di 37 anni, sparandogli al volto al culmine di una lite familiare. L’episodio è avvenuto nella mattina del 23 aprile in una casa di campagna a Santa Maria a Monte, in provincia di Pisa, dove l’uomo viveva da solo da un paio d’anni.

Secondo le prime ricostruzioni, il figlio, residente altrove, aveva raggiunto il padre per trascorrere insieme le festività pasquali. Una convivenza temporanea, apparentemente tranquilla, degenerata improvvisamente in una discussione violenta, culminata in una sparatoria drammatica.

Le condizioni delle vittime

Il figlio è stato ferito al volto da un colpo di pistola di piccolo calibro, ma non sarebbe in pericolo di vita. Trasportato d’urgenza all’ospedale di Pontedera, è attualmente ricoverato e dovrà essere sottoposto a un intervento chirurgico. Più gravi le condizioni di Benedetto Ceraulo: dopo aver sparato al figlio, ha puntato l’arma contro se stesso, ferendosi in modo critico. È stato trasportato in fin di vita al Policlinico di Cisanello di Pisa, dove è ricoverato in terapia intensiva.

I carabinieri stanno indagando per ricostruire con precisione la dinamica e le motivazioni del gesto. L’arma è stata sequestrata e saranno effettuate perizie balistiche.

Chi è Benedetto Ceraulo: il killer di Gucci

Benedetto Ceraulo è un nome che molti ricordano per il suo ruolo nell’assassinio di Maurizio Gucci, erede della celebre casa di moda italiana. Il delitto avvenne il 27 marzo 1995 a Milano, nell’androne dell’ufficio di Gucci in via Palestro. All’epoca, Ceraulo era un pizzaiolo siciliano, originario di Caltanissetta, con seri problemi economici, che accettò di uccidere Gucci in cambio di denaro.

L’omicidio fu commissionato da Patrizia Reggiani, ex moglie di Maurizio Gucci, spinta da un mix di rancore, gelosia e interessi economici. Reggiani temeva che le nozze imminenti di Gucci con Paola Franchi potessero ridurre il suo assegno di mantenimento, che ammontava a 860.000 dollari annui. Per portare a termine il piano, si affidò alla sua confidente Giuseppina “Pina” Auriemma, che contattò il portiere Ivano Savioni, il quale coinvolse a sua volta Orazio Cicala come autista e Benedetto Ceraulo come esecutore.

La condanna all’ergastolo e la scarcerazione

Nel gennaio 1997 tutti i membri della rete vennero arrestati. Il processo si concluse nel novembre 1998 con la condanna di Patrizia Reggiani a 29 anni, Ceraulo all’ergastolo, Auriemma a 25 anni, Savioni a 26 e Cicala a 29. Le pene furono successivamente ridotte in appello, e Reggiani fu scarcerata nel 2016 dopo aver scontato 18 anni.

Anche Ceraulo, dopo una lunga detenzione, è uscito dal carcere circa nove anni fa. Da allora aveva condotto una vita riservata, trasferendosi nel Pisano, dove sembrava aver trovato una sorta di equilibrio. Il nuovo episodio di violenza familiare, tuttavia, ha riaperto ferite profonde e acceso nuovamente i riflettori su una figura controversa e tragica.

Un destino segnato dalla violenza

Il caso di Benedetto Ceraulo rappresenta l’ennesimo esempio di una vita segnata dal crimine e dal dolore. Dopo aver scontato la pena per uno dei delitti più eclatanti della cronaca italiana, sembrava aver scelto il silenzio e l’isolamento. Ma il tentato omicidio del figlio e il successivo tentativo di suicidio mostrano che, forse, certi demoni non si sopiscono mai del tutto.

Le condizioni di entrambi i protagonisti del dramma restano al centro dell’attenzione medica e investigativa. L’Italia, intanto, torna a fare i conti con il nome di Ceraulo, un nome che per molti rimane sinonimo di uno dei capitoli più oscuri della storia del Paese.

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