ambulanza e carabinieri

Un drammatico incidente di caccia si è consumato nel pomeriggio a Santa Marina, nel Salernitano. Durante una battuta di caccia ai tordi, un uomo di 58 anni, originario del comune campano ma residente da anni nel Nord Italia, è stato ucciso da un colpo di fucile sparato accidentalmente da un compagno di battuta, un cacciatore di 44 anni.

L'incidente è avvenuto in località Santa Barbara e ha immediatamente allertato i soccorsi. Sul posto sono giunti i medici del 118, ma ogni tentativo di salvare la vita dell’uomo si è rivelato vano.

Indagini in corso: l'ipotesi di omicidio colposo

La salma della vittima è stata trasferita presso la sala mortuaria dell’ospedale di Sapri, dove rimane a disposizione dell’autorità giudiziaria.

I carabinieri della compagnia di Sapri stanno conducendo le indagini per ricostruire l’esatta dinamica dell'incidente. Al momento, per il cacciatore che ha esploso il colpo si profila l’accusa di omicidio colposo, un reato che tiene conto della natura involontaria dell’evento ma che prevede comunque gravi responsabilità.

Il dramma della caccia: rischi e responsabilità

L'incidente riaccende il dibattito sui rischi legati all’attività venatoria, un settore regolamentato ma che presenta ancora criticità in termini di sicurezza.

Ogni anno, episodi simili sollevano interrogativi sulla necessità di una maggiore attenzione alla formazione dei cacciatori, all’uso delle armi e alla consapevolezza dei pericoli insiti in questa pratica.


Un evento che scuote la comunità locale

La notizia ha profondamente colpito la comunità di Santa Marina, dove la vittima era conosciuta nonostante la residenza lontana. L’incidente lascia sgomenti anche i compagni di battuta e riapre ferite in una regione dove la caccia è una tradizione diffusa ma non priva di polemiche.

Prossimi sviluppi

Gli inquirenti continueranno a indagare per accertare eventuali responsabilità, mentre la comunità attende risposte e riflette sul delicato equilibrio tra tradizione e sicurezza.

La tragedia rappresenta un doloroso promemoria dei pericoli che possono sorgere anche in attività apparentemente controllate e organizzate.

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