De Luca stoccata a Meloni: "Sconveniente su Manifesto Ventotene"
Il governatore della Campania attacca la premier e chiede la fine del Piano di Rientro sanitario

Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ha espresso dure critiche nei confronti della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in merito alle sue dichiarazioni sul Manifesto di Ventotene. Durante la sua consueta diretta Facebook del venerdì, De Luca ha definito "sconveniente" il modo in cui la premier ha affrontato il tema, sottolineando che la discussione avrebbe dovuto concentrarsi su argomenti di maggiore rilevanza per l'Italia e l'Europa.
"Avremmo dovuto parlare di pace, di guerra, di armamento europeo e delle risposte da dare a Trump sui dazi. Invece, ci siamo ritrovati a discutere del Manifesto di Ventotene, elaborato nel 1941 da intellettuali antifascisti come Altiero Spinelli e Ernesto Rossi, che erano stati confinati dal regime fascista", ha dichiarato De Luca.
La polemica sul significato del Manifesto di Ventotene
Secondo De Luca, Meloni ha citato alcuni passaggi del Manifesto che criticavano le democrazie occidentali per non aver impedito l'ascesa del nazismo e del fascismo, omettendo però un aspetto fondamentale: il contesto storico in cui il documento è stato scritto. "Nel 1941 l'Europa era sotto il dominio nazista e fascista, non esisteva un luogo sicuro per chiunque fosse democratico. Il manifesto rappresentava un appello all'unità dei popoli europei per superare i conflitti e costruire un futuro di pace", ha sottolineato il governatore.
L'attacco di De Luca si fa ancora più diretto quando accusa la premier di aver banalizzato la questione del confino fascista: "L'onorevole Meloni sembra aver descritto Ventotene come una sorta di colonia marina, dimenticando che era un luogo di detenzione imposto dal regime a chi si opponeva al fascismo. Questo è un errore storico e politico grave".
L'Italia tra ideologie e realtà politiche
Per De Luca, la polemica sul Manifesto di Ventotene è l'ennesimo esempio di come l'Italia sia incapace di affrontare i problemi reali. "Il nostro Paese rimane bloccato in polemiche sterili e ideologiche, mentre le vere emergenze, come la crisi economica e il conflitto in Ucraina, restano in secondo piano. Dovremmo concentrarci su come garantire la stabilità e la sicurezza in Europa, invece di riaprire dibattiti storici in modo superficiale", ha affermato.
De Luca chiede la fine del Piano di Rientro sanitario
Oltre alla polemica politica, De Luca ha affrontato un altro tema cruciale per la Campania: la sanità pubblica. Il governatore ha annunciato che la giunta regionale ha approvato una delibera per chiedere l'uscita della Campania dal Piano di Rientro sanitario, che impone vincoli di spesa e limitazioni nella gestione delle risorse.
"La nostra regione ha rispettato gli impegni presi e ha migliorato i servizi sanitari nonostante le difficoltà. Ora è il momento di tornare a una gestione autonoma, per garantire ai cittadini una sanità efficiente e accessibile", ha dichiarato De Luca.
La questione dei punti nascita e dei laboratori di analisi
De Luca ha anche evidenziato due problemi specifici derivanti dalle politiche del governo nazionale: la chiusura dei punti nascita con meno di 500 parti l'anno e quella dei laboratori di analisi che non raggiungono le 200mila prestazioni annuali.
"Stiamo lavorando per trovare soluzioni che permettano di mantenere aperte queste strutture, essenziali per le comunità locali. Non possiamo accettare una logica puramente numerica che penalizza i cittadini, specialmente nelle aree interne", ha spiegato il governatore.
Le dichiarazioni di De Luca riflettono una doppia battaglia politica: da un lato, il contrasto con Giorgia Meloni su un tema storico come il Manifesto di Ventotene; dall'altro, la richiesta al governo centrale di concedere maggiore autonomia alla Campania nella gestione della sanità. Resta da vedere come il governo risponderà a queste richieste e se la regione riuscirà a ottenere l'uscita dal Piano di Rientro sanitario.