Caso Angelo Vassallo, il pentito Romolo Ridosso parla ancora: svolta nelle indagini
Il pentito di camorra Romolo Ridosso potrebbe conoscere l’identità dell’assassino del sindaco Angelo Vassallo, aprendo nuove prospettive per risolvere il caso
Il caso dell’omicidio del sindaco di Pollica, Angelo Vassallo, avvenuto il 5 settembre 2010, potrebbe essere vicino a una svolta decisiva. Romolo Ridosso, ex boss di camorra e ora collaboratore di giustizia, ha recentemente reso dichiarazioni che potrebbero far luce sull'identità dell'assassino. Assistito dall’avvocato Michele Avino, Ridosso è stato interrogato fuori dalla regione Campania e ha risposto a tutte le domande poste dagli inquirenti. Il suo interrogatorio proseguirà anche nei prossimi giorni, lasciando la possibilità di ulteriori rivelazioni.
Il racconto di Romolo Ridosso
Romolo Ridosso, già conosciuto per la sua collaborazione con la giustizia, ha parlato con gli inquirenti rivelando dettagli cruciali. Durante l’interrogatorio, rimasto secretato, ha confermato alcuni sospetti già emersi nelle indagini e ha lasciato intendere di conoscere chi abbia materialmente sparato al sindaco Vassallo. Le sue dichiarazioni saranno fondamentali per costruire un quadro completo del caso e capire le dinamiche che hanno portato alla tragica morte del "sindaco pescatore."
La frase incriminante
Tra gli elementi chiave c’è una frase che Ridosso avrebbe pronunciato subito dopo l’omicidio: “E così anche il pescatore lo abbiamo messo a posto.” La frase, riferita durante un incontro a Lettere con l’ex brigadiere dei carabinieri Lazzaro Cioffi, è ora al centro delle indagini. Gli inquirenti intendono chiarire il contesto in cui è stata pronunciata e verificare se si tratti di una confessione implicita o di un riferimento ad altri fatti legati al controllo del territorio.
Le dichiarazioni di Lazzaro Cioffi
Detenuto nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere per reati legati al traffico di droga, Lazzaro Cioffi è stato nuovamente coinvolto nel caso Vassallo. Durante un recente interrogatorio, Cioffi si è avvalso della facoltà di non rispondere, ma ha dichiarato spontaneamente la propria innocenza, negando qualsiasi coinvolgimento nell’omicidio. Difeso dall’avvocato Giuseppe Stellato, Cioffi contesta l’accusa di aver pianificato l’assassinio del sindaco per impedirgli di denunciare attività di narcotraffico nella località di Acciaroli.
Gli altri indagati: Cipriano e Cagnazzo
Oltre a Cioffi e Ridosso, sono coinvolti nell’indagine l’imprenditore Giuseppe Cipriano e il colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo. Cipriano, durante l'interrogatorio di garanzia, ha risposto alle domande del giudice, mentre Cagnazzo si è avvalso della facoltà di non rispondere. Entrambi sono stati associati all'omicidio per presunti legami con attività criminali nella zona, ma hanno preferito mantenere il silenzio.
Difesa e accuse: il ricorso al Tribunale del Riesame
La difesa di Cioffi intende ricorrere al Tribunale del Riesame di Napoli per richiedere l’annullamento della custodia cautelare. L’avvocato Stellato sostiene che le accuse contro Cioffi si basino su indizi non solidi, tra cui la testimonianza del nipote di Vassallo, che afferma di aver visto Cioffi effettuare un sopralluogo con Cipriano pochi giorni prima del delitto. Secondo l'accusa, questo sopralluogo serviva a monitorare i movimenti di Vassallo per poi colpirlo.
Le prossime fasi dell’indagine
Con l’interrogatorio di Ridosso e l’acquisizione di nuove testimonianze, gli inquirenti puntano a completare il quadro investigativo. Le dichiarazioni del pentito saranno decisive per capire se vi siano ulteriori responsabilità e se esistano altre persone coinvolte nel crimine. La Procura di Salerno, guidata da Giuseppe Borrelli, continua a monitorare i legami tra i vari sospettati.
Un caso ancora aperto
L'omicidio di Angelo Vassallo resta un caso complesso e ricco di implicazioni. Le autorità continuano a indagare per far emergere ogni dettaglio su quella tragica notte. Le rivelazioni del pentito Ridosso potrebbero finalmente portare alla verità, permettendo alla famiglia del sindaco Vassallo e alla comunità di Pollica di ottenere giustizia dopo anni di dolore e attesa.