COVID. Tra poche ore scatta l'obbligo di certificazione verde sui posti di lavoro, nel pubblico e nel privato. Si rischia il caos in diversi settori, dal quello delle merci all'agricoltura. Protesta dura partita dal porto di Trieste, con i portuali pronti allo sciopero e al blocco. Situazione tesa in altri scali e anche tra i camionisti. Ieri 2.772 nuovi casi e 37 morti, il tasso di positività è all'1%.
Da domani scatta l'obbligo del Green Pass sui posti di lavoro, nel pubblico e nel privato. Si rischia il caos in diversi settori, dal quello delle merci all'agricoltura. Particolarmente tesa la questione nei porti, con la protesta dura partita da quello di Trieste, con i portuali pronti allo sciopero e al blocco.
Il Comitato dei lavoratori
Ribadisce che dal 15 ottobre, se non verrà ritirato l'obbligo del Green Pass, le attività del porto di Trieste saranno paralizzate. Una protesta che rischia di allargarsi ad altri scali. Una circolare del ministero dell'Interno raccomanda alle imprese del settore "di mettere a disposizione del personale sprovvisto di green pass test molecolari o antigenici rapidi gratuiti". Ieri 2.772 nuovi casi e 37 morti, il tasso di positività è all'1%.
I settori a rischio
Sono diverse le professioni per cui sindacati e lavoratori temono il caos, dal rischio scioperi e assenteismo a quello della disponibilità dei tamponi per chi non è vaccinato: ecco i settori critici
PORTI – Uno dei settori in cui si temono più disagi è quello dei porti. I lavoratori dello scalo di Trieste hanno già dichiarato - nonostante le aziende che operano nel porto si siano offerte di pagare i test ai non vaccinati almeno fino al 31 dicembre 2021 – che da domani le operazioni saranno bloccate “a oltranza”. Si chiede al governo di cancellare del tutto l’obbligo di certificazione verde
AUTOTRASPORTI – Si teme un notevole impatto dell’obbligo di Green pass sulle imprese di trasporto e logistica. Le conseguenze colpirebbero tutto il mercato: il 90% delle merci in Italia viaggia con i trasporti su gomma. I vertici di Conftrasporto sottolineano come il 30% degli impiegati nel settore non siano vaccinati e che, in ogni caso, molti autisti sono lavoratori stranieri, spesso vaccinati con farmaci non riconosciuti in Italia (è il caso, ad esempio, dei lavoratori dell’Europa dell’Est vaccinati con il siero russo Sputnik)
Anche qualora venisse concesso agli autisti esteri di viaggiare in Italia per non bloccare il commercio, il problema potrebbe diventare quello di una disparità di trattamento con i cittadini italiani. “Se gli autotrasportatori esteri potranno venire in Italia senza il Green pass e questo verrà invece imposto alle imprese italiane stiamo valutando di invitare le imprese a fermare i camion. Ci auguriamo di no, ma ne stiamo discutendo”, ha dichiarato dichiara Paolo Uggè, presidente di Conftrasporto-Confcommercio
PICCOLE AZIENDE – La normativa sul Green pass permette alle imprese con meno di 15 dipendenti di sostituire un lavoratore con un altro, se il primo continua a non presentare il certificato per più di cinque giorni. La sospensione, motivata come assenza ingiustificata, può durare al massimo dieci giorni ed è rinnovabile una sola volta, in ogni caso non oltre il 31 dicembre 2021. In molti fanno notare come sia difficile trovare sostituti per un periodo massimo di venti giorni
FORZE DELL’ORDINE – Rischio complicazioni tra le forze dell’ordine, anche in vista delle prossime manifestazioni no Green pass e dei vari scioperi proclamati, come quello del porto di Trieste. Non è facile capire quanti siano gli agenti non vaccinati, come spiega a Il Foglio Daniele Tissone, segretario generale della Silp Cgil, il sindacato delle forze dell’ordine. (Skytg24)
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