Thomas Viviano morto a 4 anni a Palermo, la minimoto non poteva stare su strada
Lo schianto sul muretto, il ruolo dei genitori: cosa non torna

Una tragedia che ha sconvolto Palermo e l’Italia intera. Thomas Viviano, un bambino di soli 4 anni, è morto nella serata di venerdì 11 aprile 2025 all’ospedale pediatrico Di Cristina, dopo quattro giorni di agonia seguiti a un grave incidente avvenuto mentre guidava una minimoto nel quartiere Boccadifalco. Il piccolo si è schiantato contro un muretto mentre si trovava in via Giovanni Bruno, a poca distanza dalla sua abitazione.
La sua morte ha aperto una lunga serie di interrogativi, tra cui il ruolo dei genitori, la legalità del mezzo utilizzato e una dinamica che, secondo gli inquirenti, presenta ancora diversi punti oscuri.
L’incidente e i drammatici soccorsi
Il dramma si è consumato nel pomeriggio di lunedì 7 aprile. Thomas stava utilizzando una minimoto dotata di rotelle, ma comunque inidonea alla circolazione su strada, come accertato dagli agenti dell’Infortunistica della Polizia Municipale di Palermo. Mentre era alla guida, ha perso il controllo del mezzo finendo violentemente contro un muretto.
Il primo a soccorrerlo è stato il padre, che lo ha trasportato d’urgenza all’ospedale Ingrassia. Le condizioni del bambino sono apparse da subito critiche: è stato intubato e trasferito all’ospedale Di Cristina, dove è stato sottoposto a un delicato intervento neurochirurgico per le gravi lesioni cerebrali e facciali riportate. Dopo giorni di coma e osservazione clinica, nella serata dell’11 aprile è stata dichiarata la morte cerebrale.
Le indagini in corso: la minimoto, la presenza di un adulto e le ipotesi della Procura
La Polizia Municipale sta lavorando per ricostruire in maniera dettagliata la dinamica dell’incidente. Un primo elemento emerso dalle indagini è che il piccolo potrebbe non essere stato da solo sulla minimoto al momento dello schianto. Un’ipotesi che apre scenari investigativi ancora più delicati.
Gli inquirenti stanno raccogliendo testimonianze e immagini dalle telecamere della zona per capire se vi fosse un adulto con lui sul mezzo e se, eventualmente, ci siano responsabilità dirette da parte dei genitori o di altri adulti presenti. La minimoto, secondo i primi rilievi, non era omologata per la circolazione su strade pubbliche.
La Procura, informata dai vigili urbani tramite una relazione dettagliata, valuterà nei prossimi giorni l’eventuale apertura di un fascicolo e l’ipotesi di reati a carico dei genitori, che potrebbero essere accusati di negligenza o omesso controllo.
Una tragedia che solleva dubbi su sicurezza, vigilanza e responsabilità
La morte di Thomas riporta l’attenzione sulla questione della sicurezza dei minori e sull’uso improprio di mezzi non idonei, troppo spesso lasciati nelle mani dei bambini senza le dovute precauzioni. L’utilizzo di minimoto, spesso acquistate online o nei mercatini senza una reale valutazione di conformità e sicurezza, rappresenta un pericolo concreto se non accompagnato da un’attenta supervisione adulta.
In molti si chiedono come sia stato possibile che un bambino di appena 4 anni potesse guidare liberamente un mezzo del genere su strada, senza protezioni adeguate e senza la presenza costante di un adulto qualificato.
Una morte che poteva essere evitata?
La comunità palermitana è ancora sotto shock per la tragedia che ha strappato la vita a un bambino così piccolo. Le indagini dovranno chiarire tutte le responsabilità, ma una cosa è certa: la morte di Thomas Viviano è una ferita profonda per l’intera società. Una morte, probabilmente, evitabile. Un evento che deve spingere a riflettere seriamente sulla necessità di controlli più rigidi, educazione alla sicurezza e un maggior senso di responsabilità da parte degli adulti.