Ucraina. La guerra continua, forse è solo l’inizio. La capitale Kiev rimane sotto assedio e l’esercito ucraino resiste in una città “fantasma” dove alle 17 scatta il coprifuoco: “Chi esce dopo rischia di essere sparato a vista”.

Dalla pandemia alla guerra in Ucraina: una ripresa e una ripartenza che tarda ancora

«La ripresa l’attendiamo tutti - dichiara Gennaro Migliore, deputato alla Camera Parlamentare e Presidente del Pam (Assemblea Parlamentare del Mediterraneo) - ci sarà sicuramente un grosso lavoro da fare. Io sono ottimista. In questa fase storica il senso di ricchezza che si sente, viene rafforzato dall’aver affrontato una realtà così difficile e quindi per me anche la vicenda ucraina rappresenta un elemento ancora di maggiore stimolo, perché ciascuno di noi si rende conto di quale sia l’importanza di un impegno, di un lavoro, che in questo momento viene fatto in maniera così dura anche da tanti operatori che si trovano a fronteggiare una situazione così drammatica. Credo che da questa pandemia, che ci ha colpito duramente e che continuerà, ahimè, a colpirci duramente, riusciremo ad uscirne. Non sarà semplice, ma saremo sicuramente in qualche modo anche più rafforzati rispetto a quello che è successo nel corso degli ultimi anni. Probabilmente saremo ancora più in grado di affrontare delle situazioni così complesse, compreso appunto quella della guerra».

Una guerra che si è presentata come un fulmine a ciel sereno, anche se per molti premeditata. Non a caso si vocifera che il video di Putin, col quale avrebbe dato il via all'azione militare, sia stato registrato giorni prima dell’attacco, quando ancora si lavorava con Macron per una mediazione

«Personalmente è una situazione che vedo male. A prescindere da quando e come si sia mosso Putin, la sua volontà di potenza, si esprime nella maniera più cruenta, attraverso un’iniziativa militare e addirittura facendo entrare carri armati in un Paese Europeo, cosa che non accadeva dalla seconda guerra mondiale. Anche quando l’Unione Sovietica invase l’Ungheria e la Cecoslovacchia, era comunque un mondo già diviso in due e con un accordo con i regimi di quei Paesi. Invece, il piano di invasione, a mio parere, lungamente premeditato da parte di Putin, rappresenta, non solo una grande violazione della legalità internazionale, ma una minaccia alla pace mondiale».

Cosa potrebbe fare concretamente l’Occidente per risistemare gli equilibri?

«In questo momento bisogna fermare Putin e fargli sentire la determinazione, l’unità e la forza dell’Occidente. Quindi intensificare le sanzioni e stringere un’azione che economicamente pagherà molto cara la Federazione russa. Questo è quello che dobbiamo fare in questo momento. Vedo delle posizioni che, addirittura, cercano di giustificare l’azione criminale di Putin, francamente le considero molto molto pericolose».

Guerra Ucraina - Secondo Lei, è ancora perseguibile la via della pace con la diplomazia?

«La diplomazia serve sempre, solamente che questo non è il momento di trattare se non si apre un tavolo. Adesso, la prima cosa da fare è rispondere all’aggressione di Putin, imporre il cessate il fuoco e il ritiro delle truppe. Dopo, ovviamente si potrà passare ai negoziati, alla diplomazia e a tutto ciò che serve. In questo momento c’è un aggressore che va fermato».

Venti di guerra che si ripercuotono anche e soprattutto sul mercato e in primis sull’Italia, tanto da indurre Draghi a soluzioni alternative come il ritorno al carbone

«Non c’è nessuna guerra che non abbia un prezzo. Purtroppo c’è sempre un elemento dal punto di vista economico che viene pagato. Noi siamo stati abituati per moltissimi anni a non avere più la guerra in Europa e quindi a non renderci neanche più conto di cosa significhi e cosa sia, a differenza, magari di quello che hanno vissuto i nostri nonni e/o comunque i nostri genitori più anziani che, invece, sanno cosa sia vivere in un paese che è appena uscito dalla guerra oppure che è pienamente in guerra. Ritengo che questo prezzo lo si pagherebbe lo stesso, anche se non si facesse nulla. E' evidente che non c’è una situazione dalla quale si esce senza essere colpiti. Del resto è già accaduto. Basta pensare a quando c’è stata l’annessione della Crimea, abbiamo fatto molto poco. Se noi nel 2014, o ancora prima in Georgia, avessimo agito per imporre in qualche modo un punto di vista della legalità internazionale in maniera un po' più solida, probabilmente non ci saremmo ritrovati in questa situazione. Per cui oggi è indispensabile agire sia per quanto riguarda la situazione politica più generale, sia per quanto riguarda il futuro. Oggi pagheremo un prezzo, ma se Putin dovesse prevalere, ne pagheremmo uno più alto».

Secondo alcuni esperti e uomini di “guerra”, l’obiettivo di Putin non è legato solo all’Ucraina, ma anche ad altri Paesi Europei

«Cercare di capire che cosa vuole fare è complicato, in molti si esercitano in questa previsione. Personalmente sto a quello che dice Putin: vuole ricostruire un’influenza della Russia di carattere imperialista, ha già un governo che sostanzialmente è un governo “fantoccio” nelle sue mani ed è quello della Bierolussia, di un dittatore spietato. E vuole la stessa cosa anche per l’Ucraina perché ci sono dei Paesi Baltici che storicamente facevano parte dell’Unione Sovietica e che sono componenti della Nato. Se ci fosse un’aggressione verso Paesi della Nato, ci sarebbe un’azione militare vera e propria. Quindi in questo momento non mi sento di azzardare previsioni. Quello che sicuramente vuole Putin è disarticolare l’equilibrio mondiale, anche perché questo è l’unico modo che lui ha per rimanere in sella saldamente all’interno del suo Paese, dove, come abbiamo potuto vedere nelle manifestazioni che ci sono state, sempre più persone, anche nel suo entourage, vogliono una politica diversa».

Il Papa si reca all’Ambasciata russa chiedendo un colloquio: il valore di questo gesto

«Papa Francesco ci ha abituati a un impegno a 360°, quindi il suo essersi speso in prima persona è un elemento che rafforza non solo la mia stima, ma anche il senso vero di questa battaglia. Si deve risolvere con la pace. Però c’è un chiaro messaggio: gli aggressori siete voi, siete voi russi, quindi non c’è nessuna giustificazione. Non c’è un semplice richiamo alla pace, non è un cercare dove sta il torto e dove sta la ragione. Purtroppo, il torto è di chi ha aggredito immotivatamente un Paese sovrano, il torto è di Putin».

Assemblea Parlamentare del Mediterraneo (Pam), è doveroso il passaggio: Presidente quali nuovi impegni alle porte?

«Pam sta facendo un grande lavoro dal punto di vista della gestione di tanti conflitti che in questo momento si stanno delineando all’interno del quadro complesso del Mediterraneo. Stiamo lavorando soprattutto per cercare di creare delle condizioni tali che possano aiutare i parlamenti di questa area a costruire un’efficacia iniziativa di carattere politico. Questo per noi è motivo di grande orgoglio e impegno molto serio, perchè siamo un’organizzazione che si sente la responsabilità di essere componente osservatore permanente delle Nazioni Unite. Abbiamo un legame piuttosto significativo con tutta una serie di iniziative che in questo momento sono legate ad attività di carattere culturale. Stiamo promuovendo uno dei più importanti convegni a Napoli, ma anche in Italia. Un convegno sulla revisione della Convenzione di Palermo, sulla criminalità transnazionale. Faremo di tutto per mettere in campo le migliori risorse che possiamo offrire al sistema parlamentare e politico del nostro Paese». Seguici sul nostro canale Youtube 41esimoparallelo Segui il nostro canale Google News 41esimoparallelo Attiva le notifiche su 41esimoparallelo.it
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